Carcere di Vibo Valentia. Salvatore Graziano, cinquantenne figlio del defunto boss Arturo, è stato scarcerato dai magistrati della Corte di Appello di Napoli. Era detenuto dal 2019 a causa del suo coinvolgimento nel blitz di Carabinieri del Nucleo Investigativo e Procura Distrettuale Antimafia contro il gruppo che aveva imposto il ritorno del clan nel Vallo di Lauro tramite fucilate e incendi. Graziano è stato difeso dal penalista Raffaele Bizzarro e per lui sono scattati i termini di custodia cautelare, come stabilito dai giudici della II Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli.

Tuttavia, Salvatore Graziano è ancora a processo per associazione a delinquere di stampo mafioso davanti al Tribunale Collegiale di Avellino, presieduto dal giudice Scarlato, ma è a piede libero. Il processo è nato da un’inchiesta della Dda e dei Carabinieri che ha portato all’arresto di quattro indagati, tra cui Graziano, nell’agosto del 2019. Questi, tramite colpi di fucile e telefonate minatorie, anche attraverso WhatsApp, pretendevano il pagamento del pizzo al tre per cento sugli appalti pubblici. Le ordinanze di custodia cautelare furono firmate dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli, Leda Rossetti. Nell’inchiesta sono emerse diverse estorsioni, anche tentate, nei confronti degli imprenditori impegnati a realizzare opere nella zona del Vallo Lauro. Gli affiliati al clan Graziano volevano stabilire la loro supremazia: “qui comandiamo noi”.

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