L’arresto di 28 persone, disposto dal gip Luca Della Ragione del Tribunale di Napoli, ha portato alla luce una vera e propria holding criminale creata da Vincenzo Di Lauro, grazie alle indagini della Dda di Napoli. Si tratta di un’organizzazione estremamente potente e radicata sul territorio, tanto che riesce a mantenere 120 famiglie dei carcerati e gli avvocati. Questa scoperta ha spaventato persino i bulgari, come emerge dalle intercettazioni riportate nell’ordinanza.

Le oltre 1800 pagine dell’ordinanza forniscono un quadro dettagliato degli affari sia dei Di Lauro che della Vinella Grassi. Tuttavia, è la figura di Enzo Di Lauro quella che spicca maggiormente nell’inchiesta. Il nuovo boss di Secondigliano, l’F2 dei Di Lauro, è stato in grado di stringere accordi commerciali con la Bulgaria e la Cina, ma anche di creare una fabbrica di sigarette ad Acerra insieme al capo mafia bulgaro, dando vita al marchio “Regina American Blend” registrato in vari paesi.

La fabbrica di sigarette di Acerra aveva una produzione così elevata che consentiva al gruppo napoletano di pagare la quota di guadagno derivante dalla vendita dei tabacchi lavorati al gruppo straniero. Questo pagamento avveniva in parte in denaro contante, con cifre che arrivavano anche a 100-200 mila euro al giorno, consegnate a Konstantin Hristov Odadjiyski, e in parte trasferito da Vincenzo Di Lauro su conti bancari intestati a società bulgare riconducibili ai responsabili del sodalizio estero, attraverso società legate ai Di Lauro negli Emirati Arabi Uniti o in Cina.

Le indagini della Guardia di Finanza hanno permesso di scoprire che il gruppo guidato da Vincenzo Di Lauro e Raffaele Rispoli aveva stretto una collaborazione con un’organizzazione criminale bulgara per creare una fabbrica clandestina di sigarette di contrabbando ad Acerra. I contatti con i bulgari sono stati avviati da Ciro Mazzone e Raffaele Balsamo, che hanno poi partecipato a un summit organizzativo insieme a Enzo Di Lauro, Luigi De Rosa e Konstantin Hristov Odadjiyski in un noto albergo della provincia di Napoli.

Durante la conversazione, è emerso che il gruppo bulgaro aveva sostenuto spese per circa 1.600.000 euro per avviare e organizzare il canale d’importazione con Vincenzo Di Lauro. In base all’accordo, il gruppo bulgaro era responsabile del trasporto delle apparecchiature e delle materie prime necessarie per avviare la produzione clandestina dei tabacchi lavorati fino a Roma.

La fabbrica avrebbe dovuto produrre 400 casse di sigarette al giorno, marchio “Regina” e marchio “Diana”, equivalenti a 4.000.000 di sigarette convenzionali. Il prodotto sarebbe poi stato gestito dal gruppo di Vincenzo Di Lauro, che si sarebbe occupato della vendita sul mercato campano dei tabacchi lavorati esteri contraffatti.

Il 7 dicembre 2018, la Guardia di Finanza di Nola ha sequestrato un insediamento industriale abusivo ad Acerra, completamente attrezzato per la fabbricazione di sigarette di contrabbando, oltre a un deposito per lo stoccaggio delle stesse nel comune di Cervino, in provincia di Caserta. Nella stessa occasione, sono stati arrestati undici cittadini bulgari e ucraini che lavoravano nella fabbrica, colti in flagranza di reato.

Articolo precedenteBlitz antidroga a Pozzuoli: arrestato giovane spacciatore
Articolo successivoEmilio Martinelli, il reggente del clan Casalesi arrestato a Caserta

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui