Tragedia all’Ospedale di Scafati: donna muore tra le braccia del marito

Una terribile tragedia ha colpito l’Ospedale di Scafati, dove una donna di 59 anni è deceduta dopo essere stata colta da un malore. Il marito l’ha immediatamente accompagnata al nosocomio scafatese, ma purtroppo si è trovato di fronte a una situazione paradossale: il Pronto Soccorso dell’ospedale è infatti chiuso da anni e anche il Punto di Primo Intervento non era attivo in quel momento. Così, il marito ha dovuto chiamare il 118 e attendere l’arrivo di un’ambulanza da Angri, mentre cercava di rianimare la moglie nell’auto. Purtroppo, tutti gli sforzi sono stati vani e la donna non è sopravvissuta.

Il magistrato, considerando il luogo del decesso, ha immediatamente disposto il sequestro della salma. Inoltre, la famiglia della donna ha presentato una denuncia, che potrebbe portare all’apertura di un procedimento penale per verificare se vi siano state responsabilità da parte del personale sanitario dell’Ospedale di Scafati e se un diverso intervento avrebbe potuto evitare la morte.

Nel frattempo, è stato pubblicato un concorso pubblico per dirigenti medici di medicina d’emergenza-urgenza (ex-MCAU) presso l’Ospedale di Scafati. Sono stati messi a disposizione sei posti a tempo indeterminato esclusivamente per il “Mauro Scarlato”. Tuttavia, rispetto ai 35 posti messi a concorso, solo 17 medici hanno partecipato all’ultimo concorso pubblico conclusosi la scorsa settimana su tutto il territorio provinciale.

Questa triste vicenda solleva numerose domande sulla situazione sanitaria dell’Ospedale di Scafati. È incomprensibile che il Pronto Soccorso sia chiuso da anni e che il Punto di Primo Intervento non sia attivo. È fondamentale che vengano fatti chiarezza sugli eventi che hanno portato alla morte della donna e che si adottino le misure necessarie per garantire un’adeguata assistenza sanitaria a tutti i cittadini di Scafati e dei comuni limitrofi. La salute e la sicurezza dei pazienti non possono essere messi a rischio a causa di carenze organizzative e infrastrutturali. È auspicabile che il procedimento penale possa fare piena luce su questa triste vicenda e che si adottino le misure necessarie per evitare il ripetersi di simili tragedie in futuro.

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