Fuga dall’Ipm di Airola: due detenuti riescono a scappare attraverso un buco nelle pareti e calandosi con lenzuola. È l’ennesimo caso di evasione che si verifica nel carcere minorile, a pochi mesi dall’ultimo episodio simile. I fuggitivi erano due ragazzi che condividevano la stessa cella e che avrebbero dovuto rimanere lì ancora per poco tempo. Ieri notte sono riusciti a fuggire D.M.G., di Napoli, che tra pochi giorni compirà 25 anni e che avrebbe dovuto scontare una pena di un mese, e D.A., 17enne di Catania, che aveva richiesto più volte di essere trasferito in Sicilia. Pare che i due abbiano già tentato la fuga la settimana scorsa, durante un momento di confusione causato da un incendio appiccato da un detenuto con problemi psichiatrici.
Il garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, è furioso per questo “atto di sfida allo Stato e alle istituzioni” e denuncia da anni le carenze strutturali dell’edificio, che ospita 37 detenuti. In un rapporto inviato tre anni fa al Dipartimento della giustizia minorile, Ciambriello aveva elencato le varie problematiche presenti nella struttura, come le camere senza arredi, le infiltrazioni nel soffitto e i servizi igienici trascurati. Secondo il garante, “il degrado dei luoghi di detenzione trasmette un messaggio di abbandono e favorisce proteste e disagi tra i detenuti”, sottolineando anche la mancanza di personale. Per il sindacato Sappe, l’evasione era “annunciata e inevitabile”. I due detenuti, infatti, sono riusciti a creare un buco nella parete della loro cella, costruita con blocchi fragili, e a spostarsi in una cella adiacente che era già in pessime condizioni a causa di un’altra evasione avvenuta da quella stessa cella. Da lì, attraverso un foro presente sulla parete, sono riusciti a raggiungere un’altra stanza non blindata e a calarsi dalla finestra con l’aiuto delle lenzuola, riuscendo a fuggire vicino al parcheggio dell’istituto, scavalcando il muro di cinta. Il Sappe ha anche precisato che uno dei due detenuti era già evaso dall’Ipm di Nisida nel 2015. È evidente, sostengono dal sindacato, che simili situazioni lasciano spazio a considerazioni negative sul sistema di giustizia, che va revisionato e riformulato in alcuni aspetti. Costigliola ha anche sollecitato l’avvio dei lavori nella struttura. Per Donato Capece, si tratta dell’ennesima sottovalutazione degli allarmi lanciati sui carcere minorile di Airola da parte dei vertici ministeriali.
Anche la Federazione sindacati autonomi coordinamento nazionale polizia penitenziaria sottolinea le condizioni preoccupanti del carcere di corso Montella e rivendica la necessità di adeguare l’assetto strutturale e organizzativo della struttura. Infine, per il segretario Domenico Pelliccia, è urgente avviare i lavori di ristrutturazione, perché la polizia non può continuare ad essere esposta a rischi che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza. Nel frattempo, sono in corso le ricerche per rintracciare i due evasi su tutto il territorio.