Due dei tre irpini arrestati nel blitz dei Carabinieri del Comando Provinciale di Benevento e della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli hanno scelto di non rispondere alle domande del Gip del Tribunale di Benevento, che li ha ascoltati per rogatoria. Clemente Rinaldo, figlio del presunto boss Fiore Clemente, e Umberto Vitagliano, detto “geometra” e cognato di Fiore Clemente, hanno offerto al Gip Vinetti la loro versione dei fatti.
Vitagliano avrebbe negato di aver mai avuto contatti con membri del sodalizio e in particolare di conoscere i giovani dei comuni di Moiano, Airola e della Valle Caudina che avrebbero fatto parte del presunto sodalizio smantellato nel blitz. I suoi contatti erano solo con il cognato Clemente Fiore e il nipote Clemente Rinaldo, ma si trattava di contatti sporadici e senza legami criminali.
Clemente Rinaldo, invece, non ha negato di conoscere alcuni dei soggetti coinvolti nel blitz, ma ha specificato che non si trattava di contatti di natura criminale e ha negato la sua partecipazione al presunto clan. Ha spiegato che in quel periodo era impegnato sul territorio come rappresentante di prodotti alimentari.
Domani mattina sarà il turno di Clemente Fiore di comparire davanti al Gip per l’interrogatorio di garanzia. La sua figura è considerata egemone all’interno del sodalizio e di riferimento per l’intero cartello criminale che avrebbe imposto la sua supremazia sul territorio dal 2018 al 2021 in vari settori dell’economia e della vita pubblica.
È molto probabile che anche in questo caso si dovrà attendere il Tribunale del Riesame per valutare il materiale probatorio raccolto dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Montesarchio, coordinati dai pm antimafia Vincenzo Ranieri e Luigi Landolfi, e per l’eventuale annullamento della misura cautelare.