I nuovi boss di Pianura, autori di un duplice tentato omicidio, restano in carcere. Il gip del Tribunale di Napoli ha confermato la custodia cautelare per i cinque fermati dalla squadra mobile di Napoli. Si tratta di Patrizio Cuffaro, Carmine Milucci, Emanuele Bruno, Antonio Campagna e Beniamino Ambra.

I cinque sono accusati del tentato omicidio di Antonio Lago, nipote del vecchio boss di Pianura, Pietro Lago, e di Emanuele Marcello. Il commando è stato incastrato grazie alle numerose intercettazioni telefoniche contenute nel decreto di fermo.

Antonio Lago e Emanuele Marcello erano ricoverati nella stessa stanza di ospedale dopo l’agguato e furono intercettati da una micro-telecamera. Durante la conversazione, Lago racconta che la pistola del killer si è inceppata e si dispiace per la vita dei suoi figli. Marcello, invece, scherza dicendo che è stato salvato dal borsello del padre di Lago.

Nelle intercettazioni dei presunti killer, Emanuele Bruno si lamenta con una donna del fatto che Carmine non abbia portato a termine la missione, lasciando in vita Antonio Lago. Bruno afferma che ora sono in guerra e che Carmine ha fatto un grosso guaio. Aggiunge anche che avrebbe dovuto essere lui a essere sparato e racconta che Pietro Lago era a terra e pregava perché non lo uccidessero.

Questa vicenda conferma ancora una volta la pericolosità e la violenza del mondo della criminalità organizzata. Speriamo che la giustizia faccia il suo corso e che questi criminali vengano condannati per i loro crimini. Solo così si potrà garantire la sicurezza dei cittadini e la lotta contro la criminalità.

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