Due telefonate potrebbero aver risolto il problema di Alessandro, un trentenne di Poggiomarino senza identità. Non avendo un documento di riconoscimento, Alessandro non è conosciuto dallo Stato italiano, ma paradossalmente possiede un codice fiscale ottenuto durante il suo periodo di detenzione. Dopo aver avuto problemi con la giustizia, Alessandro ha trovato lavoro ma non può essere regolarmente assunto a causa della sua situazione insolita. Per questo motivo, ha chiesto l’aiuto del programma televisivo “Le Iene”. Giulio Golia e la sua troupe hanno sollevato il caso, raccontato la storia di Alessandro e messo in luce le contraddizioni e le assurdità burocratiche, attirando l’attenzione su questa vicenda. Venerdì pomeriggio, il sindaco di Poggiomarino, Maurizio Falanga, ha ricevuto due telefonate. In una di esse, un funzionario della prefettura di Napoli ha chiesto ulteriori informazioni su Alessandro, mentre nell’altra un rappresentante del ministero dell’Interno ha concordato con il sindaco una serie di passi da compiere per trovare una soluzione. Il sindaco Falanga ha confermato che si è trattato di colloqui molto positivi e che il Comune è consapevole della situazione di Alessandro, considerandolo un concittadino e pronto ad aiutarlo ad ottenere un’identità. La storia di Alessandro, raccontata alle Iene, ha origini lontane. Probabilmente è figlio di una prostituta nigeriana che lo ha partorito a Castel Volturno, una zona con una grande comunità africana. La madre biologica lo ha affidato a una donna italiana che lo ha cresciuto a Poggiomarino, ma non ha mai regolarizzato la sua situazione con un’adozione o un affidamento ufficiale. Alessandro è diventato adolescente e poi adulto senza mai avere una vera identità: non ha frequentato la scuola e non ha mai ricevuto assistenza sanitaria. In un certo momento, la sua vita ha preso una brutta piega e ha commesso reati, venendo arrestato per rapina. Paradossalmente, è stato in carcere che lo Stato lo ha “riconosciuto”, attribuendogli un codice fiscale basato sull’identità da lui dichiarata e permettendogli di frequentare la scuola, ottenendo il diploma di terza media. L’esperienza in carcere ha fatto maturare Alessandro e lo ha spinto a smettere di delinquere. Tornato a Poggiomarino, ha trovato una compagna e ha avuto un figlio che ora frequenta la scuola primaria. Ha anche trovato lavoro in una fabbrica che lavora il polistirolo, ma al momento dell’assunzione, il problema dell’assenza di identità è riemerso. Alessandro non può essere “messo a posto” perché per lo Stato non esiste. Non esiste nemmeno per l’ufficio anagrafe del Comune di Poggiomarino, dove le Iene hanno cercato di ottenere ulteriori informazioni. Il servizio delle Iene si è concluso con una telefonata alla madre di Alessandro, che ha potuto finalmente sentire la voce del figlio dopo decenni. Ma due giorni fa, il sindaco di Poggiomarino ha ricevuto due telefonate che potrebbero aver trovato una soluzione per dare un’identità al trentenne. Le istituzioni si sono mosse per individuare una strada che possa risolvere il problema e, come spiega il sindaco, questa soluzione passa per il Comune e si conclude con il riconoscimento da parte del Tribunale. Si tratta di applicare una legge già esistente senza forzature. È una speranza per Alessandro, che è stanco di vivere come un clandestino e ha chiesto aiuto ai media: “Ho una compagna, un figlio e un lavoro, ma mi manca un’identità”, ha detto il giovane.