Da quando è scomparsa in estate del 2018, un ragazzo di origini francesi non ha più dato notizie alla sua famiglia, anche se non è mai stata sporta denuncia. Nello stesso periodo, un cadavere senza cellulare o documenti è stato ritrovato sulle montagne di Petina, nelle Alburni, e non è stato ancora identificato, venendo sepolto nel piccolo comune. Cosa collega queste due storie? Una Peugeot 208 ritrovata ad Auletta alcuni mesi dopo la scoperta del cadavere. E ora, a distanza di cinque anni, queste due storie potrebbero diventare una sola perché quel cadavere potrebbe appartenere proprio al giovane scomparso in Francia. Per avere la certezza, si attende l’esito del test del DNA e altri riscontri, ma le coincidenze sono troppe e due misteri potrebbero trovare una soluzione. Andiamo con ordine. Nel luglio del 2018, il cadavere di un trentenne, con un fisico muscoloso e vestito da escursionista, viene ritrovato ai piedi del monte Figliolo, morto a causa di una caduta di circa 40 metri. Secondo la Procura di Lagonegro e i carabinieri che indagano, si tratta di un suicidio. Tuttavia, per cinque anni non si è avuto alcun riscontro sull’identità del corpo e nemmeno l’auto, ritrovata alcuni mesi dopo a circa 10 chilometri di distanza, ha fornito risposte, anche se era stata avanzata l’ipotesi di un collegamento. I casi sono stati messi in secondo piano, anche se l’auto è rimasta sotto il controllo delle forze dell’ordine. All’inizio di quest’anno, l’associazione Penelope, tramite l’avvocato Pasquale Pellegrini, chiede ulteriori accertamenti sullo sconosciuto di Petina, poiché potrebbe essere una persona scomparsa in Puglia, e richiede quindi il fascicolo alla Procura di Lagonegro. Questo fa muovere le acque, tanto che i carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, con il capitano Roberto Bertini e il tenente Martino Galgano che si interessano personalmente al caso, fanno ulteriori accertamenti sull’auto in attesa della risposta della famiglia del ragazzo scomparso a Bari. Ma quel cadavere non è Giovanni Longo, scomparso da Monopoli nel 2017. Nel frattempo, dagli accertamenti sull’auto, si scopre un piccolo numero che rimanda alla Francia, in una città popolosa del nord-ovest. Viene attivata Interpol e servono i tempi tecnici per poter raggiungere la persona a cui l’auto è intestata. Dopo circa un mese, arriva la risposta. L’auto appartiene a una famiglia del luogo e da quel luogo manca un ragazzo da cinque anni. Tuttavia, sui dettagli di questa vicenda c’è il massimo riserbo: non si conosce l’identità del francese scomparso, le sue caratteristiche fisiche, perché non è stata presentata denuncia e altro ancora. Si attende quindi l’esito del test del DNA sui familiari per capire se il francese scomparso potrebbe essere lo sconosciuto di Petina. Solo dopo potremmo fare altre domande: perché si trovava a due mila chilometri da casa, perché ha deciso di suicidarsi e se davvero è stato un suicidio, perché ha abbandonato l’auto in una montagna a chilometri di distanza?

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