Il Tavolo tecnico per le CTU in materia di famiglia e minori, un organismo istituzionale che riunisce rappresentanti degli Uffici giudiziari di Napoli, dell’Avvocatura, dell’Ordine degli Psicologi della Campania e dell’Ordine dei Medici della Provincia di Napoli, ha espresso sconcerto e ferma disapprovazione per la campagna di pressione mediatica esercitata da soggetti pubblici e privati ​​e da comitati e movimenti di opinione. Questa campagna è finalizzata a interferire in modo improprio e illegittimo con l’esercizio sereno ed effettivo dell’attività giurisdizionale nella delicata materia del diritto di famiglia.

I membri del Tavolo tecnico per le CTU in materia di famiglia e minori affermano in una nota che la proficua attività di condivisione di esperienze e professionalità su temi sensibili, come la tutela dei minori delle famiglie in crisi, implica la circolarità dei saperi tra le diverse professionalità coinvolte. Tuttavia, questo impone che l’attività giudiziaria, che è l’unico presidio legale finalizzato all’accertamento dei fatti e all’adozione di provvedimenti, resti immune da forme pervasive di monitoraggio, pressione e coercizione indiretta, praticate da soggetti terzi che spesso agiscono in assenza di competenze giuridiche e di elementi completi di conoscenza. Ancora più grave è la percezione ingannevole e disfunzionale di un proprio ruolo esterno nell’esercizio concreto della giurisdizione, che è incompatibile con le regole democratiche dello stato di diritto.

I firmatari della nota concludono affermando che forme o modelli di azione extragiudiziale provenienti da soggetti singoli o organizzati, estranei alla Magistratura, che possano ritenere legittime azioni o iniziative politiche e di giustizia, devono essere respinti. Queste azioni, che esorbitano dal diritto di critica, si trasformano in forme di marcato assedio mediatico alle istituzioni e in azioni illegittime e sincroniche di indebita pressione sull’attività giudiziaria chiamata a decidere su specifiche vicende con terzietà, equilibrio e indipendenza. Si confida nella doverosa e certa impermeabilità degli Uffici giudiziari a queste azioni, nonostante la preoccupante eco mediatica che possono generare.

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