Nuovi sviluppi nell’inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’amministrazione comunale di Caivano. Dopo i 9 arresti dello scorso 10 ottobre, sono stati indagati altri 18 soggetti. L’ordinanza emessa dal giudice riguarda reati come associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e reati contro la Pubblica Amministrazione.
Durante le indagini condotte dai carabinieri e coordinate dall’Antimafia, sono emersi collegamenti tra la camorra, l’amministrazione comunale e gli uffici nella gestione degli appalti per i lavori pubblici. Sei imprenditori sono stati posti agli arresti domiciliari per corruzione di politici e dipendenti del Comune di Caivano al fine di ottenere appalti pubblici.
Secondo l’accusa, il clan ottenere informazioni riservate dagli uffici comunali per imporre il pizzo agli imprenditori vincitori delle gare d’appalto. Inoltre, alcuni funzionari avrebbero svolto il ruolo di intermediari tra gli imprenditori e i camorristi nella richiesta di pagamento delle estorsioni, ritirando materialmente le tangenti. Gli stessi imprenditori taglieggiati avrebbero ottenuto appalti corrompendo politici e dirigenti comunali compiacenti.
Tra le persone coinvolte nel blitz di Caivano, 12 sono state poste in carcere, tra cui l’assessore Carmine Peluso, il consigliere comunale Giovanbattista Alibrico, l’esponente politico Armando Falco, il tecnico comunale Martino Pezzella e il dirigente comunale Vincenzo Zampella. Quest’ultimo avrebbe fornito informazioni sulle assegnazioni da lui firmate.
L’inchiesta dimostra ancora una volta l’infiltrazione della criminalità organizzata nelle istituzioni, con gravi conseguenze per la gestione della cosa pubblica. È fondamentale che le autorità continuino a combattere questo fenomeno e ad adottare misure per garantire la trasparenza e l’onestà nella pubblica amministrazione. Solo così si potrà contrastare efficacemente la presenza della mafia nel nostro territorio.