Aggressione a un medico geriatra durante una visita di controllo a Lago Patria. La protagonista dell’episodio è stata la figlia di una paziente, che ha aggredito e sequestrato il medico perché non aveva aspettato la madre che era uscita per fare delle commissioni. Questo è il ventottesimo caso di aggressione registrato dalla Asl Napoli 2 nel corso dell’anno, per un totale di 79 aggressioni tra Napoli 1 e Napoli 2.

Fortunatamente, la collega del medico aggredito è stata pronta nel riprendere l’intero episodio con il suo smartphone. Questo dimostra l’importanza delle prove video nelle denunce per aggressione.

Le urla della collega chiedendo aiuto e dichiarando di essere un medico sono state sconvolgenti, mentre il cellulare continuava a filmare dal suolo.

Il vice presidente nazionale del Sumai, Gabriele Peperoni, ha elogiato la collega per la sua forza d’animo e ha espresso la solidarietà di tutti gli specialisti ambulatoriali. Peperoni ha anche chiesto alle autorità competenti di acquisire il video e di prendere provvedimenti contro l’aggressore. Le immagini, che hanno fatto il giro d’Italia, devono essere considerate come prove di un reato e devono essere prese seriamente in considerazione. Il vice presidente del Sumai ha inoltre annunciato che il sindacato adotterà ulteriori iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e aiutare i medici a gestire situazioni di pericolo.

Ora si attende che l’ASL applichi la legge 113 del 2020 e presenti denuncia contro l’aggressore. È importante che episodi del genere non restino impuniti per garantire la sicurezza dei medici che svolgono il loro lavoro ogni giorno.

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