Il crollo del cimitero monumentale di Poggioreale, avvenuto il 4 gennaio 2022, non è stato causato dal progetto o dalla realizzazione dei lavori, ma dalle tecniche di consolidamento del territorio destinate al cantiere della metropolitana. Lo affermano gli ingegneri Nicola Augenti e Paolo Grazioso, consulenti della Procura, durante le indagini per chiarire le cause dell’incidente.

La voragine che si è aperta non ha coinvolto utenti all’interno del complesso monumentale cimiteriale, ma ha causato danni alle cappelle votive, alle bare e ad altre aree del cimitero napoletano. A meno di due anni dal crollo, è possibile anticipare le conclusioni investigative grazie alla perizia depositata dalla Procura di Napoli.

Secondo i periti, non si può affermare che la responsabilità del crollo sia dovuta a un’esecuzione non conforme del progetto. Sia il progetto che l’esecuzione dei lavori, così come i materiali utilizzati, sembrano essere adeguati. Tutto sembra essere stato fatto correttamente. Tuttavia, i due consulenti hanno una diversa opinione riguardo ai lavori di consolidamento del terreno, che avrebbero dovuto garantire l’impermeabilizzazione dell’intero territorio del cantiere.

Secondo gli ingegneri, le cause del crollo sono da attribuire alla particolare tecnica di consolidamento che non è riuscita a garantire l’impermeabilità del terreno nonostante le precauzioni adottate in fase progettuale e durante i controlli in corso di opera. Il terreno avrebbe dovuto essere consolidato con le colonne di jet grouting, una tecnica che avrebbe bloccato il flusso di acqua. Tuttavia, le indagini hanno rivelato che all’interno del terreno trattato si è verificata una via di acqua molto circoscritta. Secondo i consulenti, i controlli e le precauzioni adottate dovevano essere effettuati su una scala maggiore.

La Procura dovrà ora valutare le conclusioni del perito e prendere eventuali decisioni riguardo agli indagati. Tra i nomi coinvolti ci sono l’ex presidente del Cda della Metropolitana di Napoli spa, alcuni vertici dello staff tecnico, una funzionaria comunale, progettisti e responsabili dei lavori. L’inchiesta è condotta dai carabinieri del comando provinciale di Napoli.

La vicenda è ancora in attesa delle prossime mosse della Procura, che avrà modo di analizzare le posizioni degli indagati. Le attività del cantiere, i diari di lavoro e le testimonianze raccolte nei mesi scorsi sono state passate al setaccio dai carabinieri durante le indagini.

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