Ricorrenza e tradizioni

Anche il giorno dedicato ai defunti scivola via. La Commemoratio Omnium Fidelium Defunctorum è la ricorrenza della Chiesa latina che celebra il 2 novembre di ogni anno, il giorno successivo alla solennità di Tutti i Santi. La ricorrenza è preceduta dalla novena dei morti, che inizia il 24 ottobre.

Sono varie le credenze popolari relative al Giorno dei morti, di origine pagana, secondo le quali quella notte i morti tornano nelle loro case precedenti e si cibano degli alimenti dei vivi. Soprattutto nei paesi è possibile notare, ancora adesso, lanterne sui balconi, accese tutta la notte, una luce che aiuterebbe i morti a ritrovare la via di casa… un modo per sentirsi vicini ai propri cari.

Tutto il mondo offre, in questo giorno, un pensiero a chi non è più su questa terra. In Italia è consuetudine recarsi presso i cimiteri portando in dono fiori e lumini sulle tombe dei propri cari. Da Nord a Sud usi e tradizioni diverse.

Nelle comunità dell’Italia meridionale delle eparchie di Lungro e di Piana degli Albanesi i defunti sono commemorati, secondo la tradizione orientale di rito greco-bizantino, nelle settimane precedenti la Quaresima. In Sicilia, durante la notte di Ognissanti, la credenza vuole che i defunti tornino per lasciare regali per i bambini insieme alla frutta di Martorana e ad altri dolci caratteristici detti “ossa dei morti”. A Treviso, in questo giorno si preparano focacce particolari chiamate “i morti vivi”.

Nella provincia di Massa Carrara è l’occasione del bèn d’i morti: gli estinti lasciavano in eredità alla famiglia il compito di distribuire cibo ai più bisognosi, chi possedeva una cantina doveva offrire il vino; ai bambini inoltre veniva messa al collo una collana fatta di mele e castagne bollite, detta “sfilza”.

Nella zona del monte Argentario le donne cucivano grandi tasche sulla parte anteriore dei vestiti dei bambini orfani, affinché ognuno potesse metterci qualcosa, un’offerta d’amore, cibo o denaro, per i piccoli bisognosi. Vi era inoltre l’usanza di lasciare sulle tombe dei bambini defunti piccole scarpe; si pensava che nella notte del 2 novembre le loro anime, dette angioletti, tornassero in mezzo ai vivi.

In Abruzzo, c’è un riferimento al mondo anglosassone: anche qui vi era la tradizione di intagliare le zucche per porvi all’interno una candela e poterle così utilizzare come lanterne.

Nell’America Centrale si addobbano le tombe con fiori, oltre che depositare sulle stesse giocattoli (nel caso in cui il defunto sia un bambino) o alcolici. In Messico, in alcune abitazioni, è ancora consuetudine preparare l’altare dei morti: tale manufatto viene arricchito con immagini del defunto, una croce, un arco e incenso. Ciò in quanto il credo popolare pensa che, durante tale giorno, lo spirito dei defunti venga a trovare i loro cari. Questo altare servirebbe a favorire tale ritorno.

Parlando con un’amica, in questi giorni, mi raccontava di quanto fosse finalmente serena, dopo aver fatto cremare i suoi genitori. Un’urna li custodisce nel salotto di casa. Questo era il loro volere, lei si sente protetta e non c’è più il via vai al cimitero.

Tanti i modi, per evitare l’oblio.

Fotografie a cura di Gaetano Clemente

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