Il Tribunale di Avellino ha recentemente prosciolto sei imputati accusati di aver trasformato un bosco ceduo in un castagneto da frutto senza autorizzazione. Il proscioglimento è stato deciso con la formula del “perché il fatto non sussiste” durante l’udienza davanti al Giudice per le Indagini Preliminari Paolo Cassano.
Le accuse contestate riguardavano non solo il proprietario del terreno, ma anche i membri della Commissione VINCA del Comune di Taurano, un dirigente della Comunità Montana Partenio Vallo Lauro e un tecnico privato. Tutti erano stati coinvolti nell’inchiesta condotta dal Comando Forestale di Monteforte per la presunta realizzazione abusiva del castagneto in un’area di un ettaro e quaranta nel territorio di Baiano, vincolata dalla zona “Sic” denominata Pietra Maula.
Oltre all’accusa specifica di intervento abusivo senza autorizzazione a carico del proprietario, difeso dall’avvocato Gerardo Di Martino, erano stati contestati anche l’alterazione dello stato dei luoghi e la distruzione di habitat naturale per l’intervento realizzato nel febbraio del 2023.
Anche i membri della Commissione del Comune di Taurano erano stati accusati di abuso in atti d’ufficio, insieme a due responsabili del procedimento di valutazione e incidenza ambientale e al responsabile del settore Tutela paesaggistica. Secondo le contestazioni, solo la Regione Campania o un Comune delegato alla Valutazione di Incidenza Ambientale avrebbero potuto rilasciare una VINCA. Nel caso specifico, il Comune di Baiano non era associato a quello di Taurano, quindi l’autorizzazione sarebbe stata illegittima.
I tre membri della Commissione di Incidenza erano difesi dagli avvocati Francesco Pecchia, Carmine Corrado, Raffaele Bizzarro e Antonio Rega. Anche il dirigente della Comunità Montana, difeso dall’avvocato Claudio Barbato, era stato accusato di abuso in atti d’ufficio per aver firmato l’autorizzazione alla conversione del castagneto nonostante fosse consapevole che la Commissione del Comune di Taurano non aveva il potere di dare il via libera alla VINCA.
Un tecnico, responsabile della documentazione relativa al rilascio dell’autorizzazione, era stato accusato di falso commesso da privato in atto pubblico. La sua difesa, rappresentata dall’avvocato Francesco Pecchia, ha depositato documentazione in aula per dimostrare la legittimità del provvedimento contestato.
La difesa ha anche evidenziato come il Comune di Baiano avesse una delega scaduta e non rinnovata, e che la Regione avesse comunicato la revoca della delega al Comune solo successivamente al rilascio della VINCA. Pertanto, il provvedimento di autorizzazione alla conversione era stato emesso prima della formale comunicazione della revoca della delega al Comune di Baiano. Questo potrebbe essere uno dei motivi alla base della decisione del Gup del Tribunale di Avellino di prosciogliere gli imputati.
In attesa delle motivazioni del proscioglimento, sembra molto probabile che la decisione del Gup sia stata influenzata dalla documentazione presentata dalla difesa.