La procura di Salerno sta conducendo un’indagine sui fatti che sono emersi riguardo all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. I carabinieri del Nas hanno acquisito i video girati all’interno dell’ospedale, in cui si vedono i pazienti legati alle barelle e barelle lasciate nei corridoi. Secondo l’operatore che ha denunciato la situazione, pazienti fragili, infetti da Covid e con patologie invalidanti si trovano a convivere per ore intere. I militari del Nas stanno cercando di scoprire la data in cui i video sono stati registrati e la fonte. Non si sa ancora cosa sia stato riportato a Salerno, ma sicuramente la fonte è protetta.

Nel frattempo, si sta discutendo anche della situazione del pronto soccorso del Ruggi. Dopo la prima puntata-denuncia andata in onda la settimana scorsa, anche i sindacati di categoria si sono schierati dalla parte degli operatori del pronto soccorso. Ma l’obiettivo principale degli investigatori è verificare la veridicità dei video e contestualizzare i fatti alla situazione reale.

Secondo fonti aziendali, i video risalirebbero alla fine del 2022 e ai primi mesi del 2023. Tuttavia, secondo l’operatore intervistato, la situazione attuale non è molto diversa, con pazienti che rimangono al pronto soccorso anche per diversi giorni. Al centro della polemica c’è la contenzione dei pazienti in barella, che secondo alcune fonti sanitarie è obbligatoria in alcuni casi e autorizzata dalla famiglia dei malati. Secondo l’operatore che ha denunciato la situazione, la contenzione viene utilizzata anche per permettere ai sanitari di riposare. Tuttavia, tutto ciò deve ancora essere dimostrato secondo la procura.

La procura di Salerno ha già aperto alcuni fascicoli su morti sospette al pronto soccorso, per le quali si attendono sviluppi. Ci sono casi di persone che sono state ricoverate e poi decedute poco dopo essere state dimesse. Ad esempio, un sessantenne di Eboli è morto in barella senza essere visitato e una giovane mamma di Angri ha partorito un bimbo morto. In quest’ultimo caso, sono stati sequestrati i tabulati delle presenze dei paramedici. Le inchieste sulla malasanità sono numerose e spesso si intrecciano tra di loro.

Resta ancora da capire cosa sia successo a un ex poliziotto di 68 anni morto al Ruggi per mancata diagnosi di infarto. L’uomo è arrivato con un infarto alle 19.30 di sera e è morto mentre gli veniva eseguita una tac alle prime luci del giorno successivo. Inizialmente, erano state indagate cinque persone: medici e paramedici che avevano avuto contatti con il paziente le cui analisi non erano state buone, così come l’elettrocardiogramma.

Nel frattempo, il governatore Vincenzo De Luca ha annunciato che sarà necessario rifare la gara per il nuovo Ruggi, in quanto il Tar ha stabilito che il capitolato non era chiaro. Sarà quindi necessario semplificarlo e renderlo inequivocabile prima di poter procedere con la gara.

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