Omaggio a Pietro Caprio: l’insegnante di Educazione fisica che ha perso la vita in circostanze misteriose. La sua morte ha scosso profondamente la comunità di Minturno, dove lavorava come insegnante in un istituto scolastico. Il suo corpo è stato trovato carbonizzato, con solo la mascella rimasta intatta. Le ossa sono irriconoscibili. Chi ha commesso questo atto non ha avuto pietà. L’auto incendiata in cui si trovava è stata rinvenuta in un luogo isolato, dove solitamente le coppie si incontrano. L’ipotesi è che Pietro fosse già morto quando l’auto è stata incendiata, ma non si esclude la possibilità che sia stato cosparso di benzina ancora vivo ma semi-incosciente.
La conferma che il cadavere appartiene a Pietro arriva dal fatto che l’auto incendiata è intestata alla madre e lui è scomparso da oltre 24 ore. Nonostante l’impossibilità di un riconoscimento visivo, ci sono molti indizi che conducono a lui. L’unico modo per avere una conferma definitiva è attraverso l’esame del DNA sulle ossa, ma ci vorrà del tempo per ottenere i risultati.
La macabra scoperta è stata fatta da un passante nella località di Baia Domizia, in provincia di Caserta. I carabinieri hanno rintracciato l’auto, mentre Pietro era sparito da venerdì sera, anche se non ci sono segnalazioni di scomparsa da parte dei familiari alle autorità. Viveva da solo da tempo. La sua abitazione è divisa in tre piani, con la madre anziana che vive al primo piano, lui al secondo e la moglie, da cui si era separato, al terzo. La morte di Pietro è diventata un nuovo caso che tiene impegnati gli investigatori della provincia di Caserta. I militari e i vigili del fuoco hanno raccolto molti elementi sul luogo del ritrovamento. Accanto al cadavere sono stati trovati dei fazzoletti. Chi ha dato fuoco all’auto voleva far sparire ogni prova, ma non ha avuto successo. Gli inquirenti potrebbero avere in mano degli elementi chiave per risolvere il caso.
Ora gli investigatori si trovano di fronte a un dilemma: si tratta di un omicidio o di un suicidio? È difficile ipotizzare un gesto estremo di autolesionismo, quindi sembra più probabile che si tratti di un omicidio. Ma in quale contesto dobbiamo cercare le risposte? La sfera privata sembra essere quella che nasconde più informazioni: Pietro aveva molti amici e frequentava locali alla moda. La sera della sua scomparsa aveva un appuntamento in un luogo isolato vicino a un campeggio. Da qui inizia la ricostruzione degli ultimi momenti della sua vita. Sappiamo tutto di lui: durante l’estate lavorava come bagnino in alcuni stabilimenti balneari di Baia Domizia. Aveva il brevetto di maestro di salvamento della federazione italiana nuoto e anche quello di scuba diver. La sua famiglia era molto coinvolta nell’organizzazione del carnevale a Cellole, tanto che sua madre si vestiva ogni anno da “regina del Carnevale”. Da settembre in poi, invece, Pietro svolgeva la sua professione di insegnante a Minturno, dove gli investigatori si recheranno per interrogare i colleghi.
Dopo il sopralluogo del magistrato della procura di Santa Maria Capua Vetere, i resti del cadavere sono stati portati all’Istituto legale dell’ospedale di Caserta. Gli amici di Cellole descrivono Pietro come una persona gioviale. La sua vita privata è un buco nero pieno di informazioni che dovranno essere svelate.