Il mistero si infittisce intorno all’omicidio del professore Pietro Caprio, poiché sembra che il movente del prestito di denaro potrebbe non essere l’unico motivo dietro il crimine. Le nuove perquisizioni eseguite dai carabinieri di Sessa Aurunca a Cellole hanno portato al sequestro di due telefoni cellulari della vittima e all’interrogatorio di alcune persone informate dei fatti. Ci sono indizi che suggeriscono che manchi un pezzo del puzzle. Al centro di tutto c’è il rebus del cadavere del professore di educazione fisica, trovato carbonizzato in una zona chiamata “il pantano”. Le indagini si stanno concentrando sulla vita privata del docente, poiché un omicidio così efferato con modalità che richiamano una vendetta non può essere solo il risultato di un vecchio rancore legato al denaro.
Questo sospetto si sta facendo strada tra le ipotesi degli inquirenti del palazzo di giustizia di Santa Maria Capua Vetere. Anche il parroco di Cellole ha sottolineato che le modalità mafiose stanno infiltrandosi nelle normali relazioni familiari e amicali, a causa della propaganda mediatica della violenza come soluzione ai conflitti. Quindi, sembrerebbe che ci siano modalità mafiose dietro a un omicidio concepito per motivi ancora sconosciuti.
Dopo la macabra scoperta, i carabinieri hanno arrestato un uomo di 82 anni, Angelo Golino, che è accusato di omicidio con l’aggravante della crudeltà e distruzione di cadavere. L’anziano ha spiegato in modo confuso di aver contratto un debito con Caprio nel 2002 per “salvare” il negozio del figlio, estinguendo l’ultima rata di un prestito “a strozzo” a settembre. Tuttavia, ha negato di aver ucciso il professore. Nonostante ciò, è stato rinchiuso in cella. Gli inquirenti stanno cercando di capire come un uomo anziano e fragile possa aver ucciso un uomo di 58 anni, che era un sub esperto e in perfetta forma fisica. Si ipotizza che Caprio sia stato colpito in volto da un proiettile di fucile da caccia. Pochi minuti dopo, il suo cadavere bruciava insieme all’auto, mentre una telecamera riprendeva l’anziano che usciva dal boschetto a bordo di una Fiat Palio. Vicino all’auto della vittima sono state trovate tracce di benzina. I carabinieri sospettano che al momento dell’incontro, il 3 novembre, ci fossero altre persone ad attendere l’anziano e il professore, persone che sono entrate nella radura da un’altra parte della strada non coperta dalle telecamere. I telefoni cellulari della vittima, un Huawei e un iPhone 8, insieme a un computer portatile utilizzato dal professore, potrebbero essere la chiave per risolvere il caso.
Intanto, Angelo Golino, l’ex operaio di Carano di Sessa Aurunca, l’unico sospettato al momento, dovrà sottoporsi all’interrogatorio del giudice del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, assistito dal suo avvocato Gabriele Gallo. Il giudice dovrà decidere se convalidare o meno l’arresto del pensionato. Il giallo attorno a questo omicidio si fa sempre più fitto, e gli inquirenti sono determinati a scoprire la verità dietro a questo brutale crimine.