Ieri a Potenza, durante la celebrazione della Messa nella Chiesa della Santissima Trinità, Monsignore Salvatore Ligorio, arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, è stato contestato da un presidio che si è radunato fuori dalla chiesa. I manifestanti hanno gridato “Vergogna! Vergogna!” e “assassini” per protestare contro il ritorno della celebrazione della Messa in questa chiesa, che è stata definita sarcasticamente come la “Chiesa della S.S. Omertà” su un cartello. La chiesa è diventata tristemente famosa per essere il luogo dell’omicidio della sedicenne Elisa Claps, un caso ancora irrisolto. Tra i presenti alla protesta c’era anche il fratello di Elisa, Giulio Claps, che da tempo cerca la verità.

La strada principale della città, via Pretoria, è stata bloccata dalla folla che ha applaudito sarcasticamente l’ingresso del Monsignor Ligorio nella chiesa. Poi, diverse persone si sono alternate al microfono per esprimere le loro parole, cantare e suonare musica.

La celebrazione religiosa è stata disturbata e la Curia ha reagito dichiarandosi sorpresa che il presidio sia diventato rumoroso invece di rimanere silenzioso. Giulio Claps ha dichiarato che il problema risiede nella Curia di Potenza e ha invitato Papa Francesco a intervenire nella situazione.

Elisa scomparve il 12 settembre 1993 dopo essere uscita per andare a Messa. Disse a suo fratello che sarebbe tornata per pranzo, ma non fece mai ritorno a casa, lasciando la famiglia nella più profonda disperazione. L’ultima persona ad averla vista fu Danilo Restivo, che in seguito è stato arrestato per l’omicidio di Elisa e per quello di Heather Barnett, una sarta inglese uccisa il 12 novembre 2002 a Charminster. Il corpo di Elisa Claps è stato ritrovato 17 anni dopo nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità.

Ci si chiede perché la Chiesa, l’ultimo luogo in cui Elisa è stata vista entrare, non sia mai stata perquisita, nonostante la madre di Elisa, che lavorava al catasto, abbia fornito persino le planimetrie della Chiesa. Sembra che questa chiesa abbia eretto muri altissimi in tutti questi anni. Il sacerdote della chiesa, Don Mimì, non sapeva davvero che nella Casa del Padre in cui celebrava la Messa c’era un cadavere? Ha senso riprendere il culto in questa chiesa che non ha collaborato alla risoluzione del caso? Perché i vestiti di Danilo Restivo non sono stati esaminati? Perché, dopo la scomparsa, il prete è partito portando con sé le chiavi della porta che conduceva ai piani superiori, che quindi non sono stati perquisiti? Un fitto e oscuro mistero incombe sulla figura di Don Mimì, morto nel 2008…

Restivo, d’altra parte, secondo quanto trapelato, aveva già portato una ragazza ai piani superiori della chiesa in precedenza, cercando approcci sessuali che non ebbero successo perché le urla della ragazza attirarono l’attenzione dei soccorsi.

È ancora una storia torbida, piena di depistaggi e che ancora oggi manca di vari tasselli fondamentali.

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