Il penalista Raffaele Bizzarro ha tenuto un’arringa durata oltre cinque ore davanti al Gup del Tribunale di Napoli, Chiara Bardi, per difendere il presunto capo del clan Sangermano e altri membri del gruppo di “Livardi”. Bizzarro ha affermato che il clan Sangermano non esiste e ha criticato le intercettazioni raccolte dagli inquirenti, sostenendo che molte conversazioni sono state travisate. Inoltre, ha sottolineato che il presunto capo del clan, Agostino Sangermano, era residente a Mignano Montelungo e si dedicava all’attività di coltivazione dei noccioleti, che non è considerata un’attività economica del gruppo criminale secondo la Cassazione. Bizzarro ha anche negato l’esistenza dell'”inchino mafioso” e ha sostenuto che le armi sequestrate erano per finalità di caccia. Ora spetta al Gup decidere se le tesi della difesa hanno scalfito l’accusa del pm antimafia Sergio Raimondi. Nel frattempo, il pm ha richiesto condanne per circa ottanta anni per gli imputati.

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