Armi sequestrate dopo 9 anni dal presunto delitto di Sandro Ottaviani
Durante un’udienza tenutasi davanti alla Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere, i militari dei carabinieri hanno svelato alcuni retroscena delle indagini sul presunto delitto dell’imprenditore Sandro Ottaviani, scomparso nel 2008. Gli imputati del processo sono Alfredo Carini, di Letino, e Cataldo Russo, di Dragoni, accusati di aver ucciso e fatto sparire Ottaviani.
Durante l’udienza, i militari hanno riferito delle perquisizioni effettuate nelle case degli imputati nel dicembre 2017, ovvero 9 anni e mezzo dopo la scomparsa di Ottaviani. Durante queste perquisizioni sarebbero state trovate varie armi, tra cui pistole, fucili e armi da taglio. Inoltre, sono state rinvenute pistole di marca Muser e Simonov, che un tempo erano in dotazione agli eserciti tedesco e russo e che oggi sono considerate armi comuni da sparo.
Nonostante il ritrovamento delle armi, le difese degli imputati sostengono che questo non cambi la sostanza del processo, dal momento che il corpo di Ottaviani non è mai stato trovato.
Il processo riprenderà poco prima di Natale, con gli imputati difesi dagli avvocati Paolo Falco ed Emanuele Sasso. I familiari di Ottaviani si sono costituiti parte civile e sono assistiti dagli avvocati Luca Di Caprio ed Elio Napoletano.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Ottaviani sarebbe stato convocato per ricevere 175mila euro relativi al contratto di locazione dell’officina di Carini. La vittima, giunta in officina il giorno della scomparsa, sarebbe stata indotta a seguire i due indagati in un luogo sconosciuto senza riuscire ad avvisare nessuno. Qui Ottaviani sarebbe stato ucciso e il suo corpo fatto sparire.