Una recente sentenza della Corte Costituzionale ha coinvolto nuovamente Nico Iannuzzi, che è stato indagato in un altro procedimento per l’omicidio Bembo. I suoi avvocati difensori di fiducia, Gaetano Aufiero e Stefano Vozzella, sono riusciti a dimostrare che l’accusa di falsa testimonianza nei confronti di Iannuzzi durante l’interrogatorio con il giudice Cassano era infondata. Tutto è cominciato quando, durante l’interrogatorio, Iannuzzi ha dichiarato erroneamente, in risposta alla domanda preliminare sui precedenti penali in corso, di non averne. Successivamente, è emerso che l’imputato aveva un precedente legato a reati di droga, un fatto che il pubblico ministero ha interpretato come una falsa dichiarazione all’autorità giudiziaria, mettendo Iannuzzi sotto processo.

Durante la prima udienza preliminare, la difesa ha sollevato una questione interessante, sottolineando che l’imputato potrebbe non essere a conoscenza dell’emissione di una sentenza definitiva nei suoi confronti. In particolare, la Corte Costituzionale ha chiarito che, in casi simili, l’avviso di sentenza per la Corte di Cassazione viene comunicato solo all’avvocato di fiducia e non direttamente all’imputato. Il giudice, concordando con la difesa, ha assolto Iannuzzi, stabilendo che il reato in questione non sussiste. Questa decisione segna un importante precedente ad Avellino, poiché è la prima volta che una sentenza della Corte Costituzionale, riguardante la comunicazione delle sentenze per la Corte di Cassazione, viene applicata nella giurisdizione locale.

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