Segretati gli esami su Gerardina. La Procura approfondisce i dati raccolti. La verità sul decesso di Gerardina Corsano e sul malore del marito, Angelo Meninno, è nelle carte che sono state consegnate alla Procura della Repubblica di Benevento, coordinata da Aldo Policastro, dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Gli esperti dell’Iss hanno indagato su determinati alimenti e dal collegio peritale incaricato di effettuare l’autopsia sul corpo della donna 46enne. Si tratta di documenti riservati che vengono vagliati attentamente, contemporaneamente agli sviluppi che potrebbero emergere dagli interrogatori avviati da due giorni con familiari e amici dei due coniugi presso la Procura sannita.
Una volta scartata la pista del botulino che si immaginava potesse essere presente nell’olio con peperoncino consumato sulle pizze dai due coniugi la sera del 28 ottobre scorso nella pizzeria Oasi di Ariano Irpino, è avanzata un’altra ipotesi: la presenza di qualche sostanza velenosa in cibi consumati precedentemente o la contaminazione per contatto, sempre di sostanze chimiche utilizzate in agricoltura. E tra queste ipotesi avanza con una certa insistenza quella della presenza del batterio dell’escherichia coli che si può trovare nella parte inferiore dell’intestino con una funzione ben precisa, che è quella di essere responsabile della digestione corretta del cibo: in poche parole si tratta di batteri importanti e necessari, che però in alcune condizioni possono diventare pericolosi per la salute dell’individuo. Si ingeriscono con cibi contaminati. E sono pericolosi in casi di malattie congenite della persona, ma non c’è alcuna conferma a questa ipotesi. Solo quando gli atti secretati saranno consegnati alle parti si potrà avere un quadro esatto della situazione. Anche per comprendere se vanno archiviate o stralciate alcune posizioni: quella dei due gestori della pizzeria Oasi e del medico di turno presso il pronto soccorso dell’ospedale di Ariano Irpino, tuttora iscritti nel registro degli indagati. Nel primo caso è già accertata la loro estraneità ai fatti, tanto da poter autorizzare i due a riavviare la propria attività. Nel secondo caso, a reclamare giustizia e serenità sono i legali del medico ospedaliero che ribadiscono con forza che in occasione dell’accesso in pronto soccorso di Gerardina Corsano e del marito furono rispettati i protocolli previsti. Come è descritto nelle cartelle cliniche. Insomma, si tratta di uscire da incubo. Ma dall’altra parte c’è l’esigenza di capire come sia deceduta Gerardina. I familiari adesso vogliono vederci chiaro e capire se ci sia stata leggerezza nell’accesso all’ospedale o altro. Un’esigenza giustificata e comprensibile. Infine, Angelo Meninno, non si è ancora ripreso da questa triste esperienza e anche lui pretende chiarezza su quanto accaduto. Per sé e per la moglie con la quale si era unito in matrimonio poco più di un anno fa. Un progetto di vita è stato interrotto. Per quale evento non previsto? Ma con tante conseguenze negative per il futuro? Ed allora? La verità in mano alla Procura sannita, ma per essere prossimamente comunicata a tutti. Nell’attesa, i familiari e il marito della donna deceduta chiedono maggiore serenità rispetto a quanto vissuto nelle ultime settimane, che inevitabilmente ha sconvolto la vita di queste persone.