Ogni anno, verso la fine dell’anno, a Eboli tornano al centro del dibattito cittadino tre questioni: gli eventi per le festività natalizie, il divieto di botti a Capodanno e il degrado delle case popolari. Proprio quest’ultimo caso è tornato in auge grazie a un video realizzato dai residenti del rione Pescara, che mostra alloggi in condizioni drammatiche. Sono 11 le case interessate, dove si possono vedere soffitti e muri neri a causa dell’umidità e della muffa, buchi nel soffitto e muri gonfi d’acqua, con gli abitanti costretti a organizzarsi con i secchi per raccogliere l’acqua.

A farsi portavoce della situazione degli alloggi Erp è stata ancora una volta Mafalda Bottone, che da anni si batte al fianco di chi vive in queste condizioni. Alla signora Bottone si sono unite le famiglie Fusella, Di Donna, Fasano, Palladino, Setaro, Petrillo, Ricciardi, Donnantuoni e Della Rocca, che insieme hanno presentato al Comune di Eboli una richiesta di sopralluogo già nei mesi scorsi per cercare di prevenire i danni causati dal maltempo. Purtroppo, non è stata data alcuna risposta da parte dell’ente. Nel frattempo, anche l’ascensore del palazzo in via Sacro Cuore 2 è diventato inutilizzabile: infatti, durante le piogge, si riempie d’acqua, rappresentando un ulteriore rischio per i residenti. Dal 2013, l’ente riceve richieste da parte di queste persone, che sono sempre di più negli anni, ma a cui nessuno risponde. “Forse perché parliamo di una zona considerata storicamente di serie B dalla politica ebolitana e utile solo in periodo elettorale?”, sostengono i residenti, che si sentono abbandonati. “Abbiamo paura anche di dormire, il tetto sembra una spugna pronta a crollare. Si nascondono dietro all’inquilino moroso, ma è una situazione che dura da 30 anni e non è più una scusa valida. Dovrebbero passare una notte nella muffa e nei cuscini umidi per capire che non è uno scherzo”, affermano gli inquilini. Non ci sono dubbi sul fatto che queste strutture siano state costruite con materiali scadenti, prive di isolamento e impermeabilizzazione, considerando come reagiscono ai cambiamenti climatici. Ora la preoccupazione riguarda i più fragili, con il rischio di vivere un nuovo caso come quello di qualche anno fa: la signora Cinzia Corrado, che aveva subito due ictus, chiese aiuto perché viveva in una casa popolare piena di infiltrazioni, umidità e muffa. Non fu ascoltata da nessuno, si ammalò ulteriormente e fu lasciata morire da sola. Burocrazia o umanità? Chi vincerà questa volta?

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