La storia del tesoro di San Gennaro durante la Seconda Guerra Mondiale è una vicenda rocambolesca e incredibile. In un periodo in cui Napoli era martoriata dalle bombe e la popolazione viveva nel terrore costante, un gruppo di cittadini decise di proteggere il santo protettore della città.

Tra questi cittadini c’erano il sovrintendente Bruno Molajoli e il principe Stefano Colonna di Paliano, vicepresidente della deputazione della cappella del tesoro di San Gennaro. Iniziarono una corrispondenza per decidere come proteggere il tesoro durante la guerra. Le lettere e i documenti d’archivio, studiati da Laura Giusti, curatrice scientifica del museo del tesoro di San Gennaro, sono stati utilizzati per creare una mostra che racconta questa storia.

Quando si diffuse la voce che il sangue e altre reliquie del santo potevano lasciare la città, il popolo si infervorò. Il sangue di San Gennaro era considerato una protezione vitale per la città. Il principe era combattuto tra mettere in salvo il tesoro o lasciare ai napoletani la speranza. Alla fine, decise di mettere in salvo una parte del tesoro, ma lasciare le reliquie sul posto. Per proteggerle, fu costruita una cassaforte con lamine d’acciaio rinforzate. Le reliquie furono collocate al suo interno e coperte di segatura di sughero per aumentare la protezione.

Nonostante due bombe fossero esplose vicino al duomo, la cassaforte e il suo contenuto rimasero intatti. Il sovrintendente nascose anche un dipinto trasportabile, il “San Gennaro” di Francesco Solimena, in un luogo segreto.

Per garantire ulteriormente la protezione del tesoro, dieci oggetti furono inviati all’abbazia di Montecassino, ritenuta al sicuro dai bombardamenti. Tuttavia, la storia smentì questa supposizione quando l’abbazia fu bombardata qualche settimana dopo.

Dopo la guerra, il principe Colonna dovette organizzare il ritorno del tesoro a Napoli. Grazie all’aiuto del sindaco Giuseppe Buonocore e di un personaggio noto come “il re di Poggioreale”, il tesoro fu trasportato da Roma a Napoli con successo. Il “re di Poggioreale” era Peppino Navarra, diventato ricco durante la guerra grazie al contrabbando e alla rivendita di infissi e porte delle case crollate.

Il 5 marzo 1947, il tesoro di San Gennaro tornò a Napoli, intatto e sigillato. San Gennaro aveva protetto la città durante la guerra e i napoletani avevano difeso il suo tesoro e le sue reliquie.

Questa incredibile storia dimostra la devozione dei napoletani per il loro santo patrono e la determinazione di proteggere il tesoro della città anche durante i momenti più difficili.

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