“Aurora aveva un livido sotto l’occhio, non è stata mai picchiata dal padre. Non so perché si parla di un ematoma alla testa, non riesco a capire. È stata solo vittima di un incidente domestico, quando in casa ero da sola con i bambini”. Queste sono le parole della madre della neonata trovata morta in culla la mattina del 2 settembre. Durante gli interrogatori di garanzia in carcere a Santa Maria Capua Vetere, i genitori hanno fornito una versione diversa da quanto emerso finora.
Secondo la madre, Emanuele non avrebbe mai toccato la bambina né gli altri due figli. Il livido sarebbe stato causato da un incidente domestico, ma lui era sceso dai genitori che abitano al piano inferiore. Anna Gammella, che è finita in carcere insieme al compagno con l’accusa di omicidio pluriaggravato e maltrattamenti in famiglia, ha difeso il suo compagno e ha raccontato la sua versione dei fatti per oltre due ore.
Anche Emanuele Savino, padre dei bambini, ha fornito la stessa versione. I due si sono presentati separatamente davanti al giudice e al pm, assistiti dai rispettivi avvocati. Il loro racconto ha messo in discussione la ricostruzione dell’ordinanza basata esclusivamente sull’esito dell’autopsia.
Gli avvocati hanno sottolineato un elemento dell’autopsia che non era stato considerato: la piccola aveva ustioni sul corpo causate dall’acqua bollente di un bagnetto effettuato qualche sera prima della morte. Inoltre, aveva una polmonite interstiziale che potrebbe essere stata la causa dell’insufficienza cardio-respiratoria durante la notte.
La Procura dovrà rivalutare l’intera vicenda, anche alla luce della richiesta dei legali di adottare misure cautelari alternative. Inoltre, sono emersi nuovi elementi legati alla condotta della coppia dopo la tragedia.
Nel frattempo, i due fratellini di Aurora si trovano in una casa-famiglia dopo un provvedimento del tribunale minorile di Napoli. Le loro condizioni sono state dichiarate ottime. Il sindaco di Santa Maria a Vico, Andrea Pirozzi, ha assicurato che i bambini saranno tutelati e che seguirà da vicino la vicenda.
Il tribunale dei minorenni, che ha fissato la prima udienza per il riaffido il 15 dicembre, potrebbe decidere di rinviarla o di proporre un affidamento momentaneo dei bambini a qualche parente diretto.