Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello dell’ex Sindaco Cimmino e degli amministratori ricorrenti, dichiarando la nullità della sentenza emessa dal Tar del Lazio. Secondo il Giudice di appello, i ricorrenti non hanno potuto difendersi adeguatamente nel processo di primo grado a causa del mancato deposito da parte del Ministero dell’Interno degli atti istruttori del procedimento di scioglimento comunale. Questa decisione conferma le perplessità e i dubbi che erano stati sollevati sulla sentenza del Tar, la quale presentava motivazioni estremamente generiche e non permetteva di comprendere il percorso logico-giuridico seguito.

Sono trascorsi quasi due anni dallo scioglimento del Consiglio comunale di Castellammare di Stabia e ancora non si conoscono le reali motivazioni di questa decisione. Non c’è nulla di concreto che giustifichi l’azzeramento della democrazia nella città. Il Consiglio di Stato ha smantellato anche la teoria del “più probabile che non” su cui si basava la decisione di primo grado per respingere il ricorso. Questa decisione farà giurisprudenza e conferma ancora una volta la fondatezza delle nostre rimostranze e dell’ingiustizia subita dalla città.

Ci sono persone che si chiedono perché siamo arrivati a questo punto dopo così tanto tempo, addossando persino responsabilità alla magistratura. Sarebbe opportuno invece riflettere sul fatto che questo scioglimento era basato su nulla e sul danno che ha causato alla città, che è stata macchiata da un’onta ingiusta. La chiarezza, che è alla base della democrazia, dovrebbe unire tutti e non può essere un diritto che viene esercitato solo quando fa comodo, come fa una certa parte politica che adotta pratiche demolitorie senza essere in grado di costruire nulla di buono per la città.

In conclusione, la decisione del Consiglio di Stato conferma la fondatezza delle obiezioni sollevate e l’ingiustizia subita dalla città di Castellammare di Stabia. È importante che si faccia chiarezza sulle reali motivazioni dello scioglimento del Consiglio comunale e che si ripristini la democrazia nella città.

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