“Sono finito nel tritacarne di un’inchiesta, ma ero totalmente estraneo a questa vicenda. Alla fine, ne ero sicuro, la verità ha trionfato”. Queste sono le parole dell’ingegnere Gennaro Della Rocca, unico imputato assolto nel processo sul presunto giro di mazzette e favori che ha coinvolto l’isola di Capri, incluso anche i vertici locali delle forze dell’ordine. Dopo nove anni di sofferenza, Della Rocca finalmente può parlare della sua assoluzione e delle ingiustizie subite.

L’ingegnere racconta di aver patito pene indescrivibili insieme alla sua famiglia per tutto questo tempo, consapevole di essere stato vittima di ignobili calunnie. Dopo 42 anni di attività come geometra e poi come ingegnere civile, sempre svolta con professionalità e diligenza, Della Rocca si è trovato coinvolto in un meccanismo perverso che lo ha portato davanti ai giudici.

Nonostante tutto, Della Rocca non ha mai mancato una sola udienza, fiducioso nella giustizia e convinto che alla fine la verità sarebbe emersa. Alla lettura del dispositivo che lo assolveva, Della Rocca ha pianto di gioia e ha voluto ringraziare i suoi avvocati per il loro impegno e affetto.

L’ingegnere non smetterà mai di ringraziare anche il presidente Conte e i giudici Somma e Napolitano Tafuri, che lo hanno giudicato con serenità e professionalità. Per Della Rocca, il Tribunale di Napoli è stato quel “giudice a Berlino” che ogni persona innocente desidera incontrare dopo essere stato coinvolto in un’indagine alla quale dovrebbe essere estraneo fin dal primo momento.

L’assoluzione di Della Rocca dimostra che la verità può trionfare, anche se a volte si impiega molto tempo per farla emergere. È importante che il sistema giudiziario funzioni correttamente e che i veri colpevoli vengano puniti, mentre gli innocenti vengono assolti. La vicenda di Della Rocca è un esempio di come la fiducia nella giustizia e nella verità possa portare alla luce la realtà e ristabilire la reputazione di una persona.

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