L’inchiesta sulla morte di Gerardina Corsano, avvenuta il 31 ottobre scorso ad Ariano Irpino, sembra puntare verso un avvelenamento accidentale. Gli esami condotti dall’Istituto Superiore di Sanità hanno escluso l’ipotesi di intossicazione da botulino, ma hanno confermato la presenza di avvelenamento come causa del decesso. Inizialmente si pensava che la donna e suo marito avessero consumato cibi non conservati correttamente durante una cena in pizzeria, ipotesi successivamente smentita dalle analisi.
Il procuratore che coordina le indagini, Maria Amalia Capitanio, ha disposto il sequestro dei telefoni cellulari del marito di Gerardina, Angelo Meninno, e di alcuni membri della sua famiglia. Tuttavia, al momento non ci sono nuovi indagati e non si ipotizza un omicidio volontario. Si tratta di un’acquisizione procedurale, non basata su nuove ipotesi investigative.
La Procura di Benevento, guidata da Aldo Policastro, sta invece approfondendo un’altra pista: la possibile contaminazione da fertilizzanti e fitofarmaci. Si ipotizza una “tossinfezione” causata dalla manipolazione di sostanze chimiche utilizzate per la conservazione dei prodotti agricoli che la coppia vendeva nella loro azienda. Saranno necessari ulteriori esami di laboratorio per confermare questa ipotesi.
Nel registro degli indagati per omicidio colposo e lesioni restano iscritti i due titolari della pizzeria presso cui Gerardina ha cenato la sera del 28 ottobre, nonché il medico del Pronto Soccorso dell’ospedale di Ariano Irpino che ha visitato la coppia prima della morte di Gerardina.
La coppia ha iniziato a sentirsi male subito dopo essere tornata a casa. Si sono recati al pronto soccorso dell’ospedale di Ariano Irpino due volte nei giorni successivi a causa dei dolori che avvertivano. Dopo essere stati visitati, sono stati dimessi. Purtroppo, Gerardina è poi deceduta, mentre suo marito è stato ricoverato e si è salvato.
In attesa di prove concrete, la pista dell’avvelenamento accidentale rimane aperta. Saranno necessari ulteriori esami di laboratorio per confermare le ipotesi investigative.