Brusciano, lo spaccio di droga più fiorente dopo Caivano. Le piazze di spaccio organizzate in modo rigoroso e preciso, con pusher che venivano “licenziati” se arrivavano in ritardo al cambio turno. I residenti degli edifici privati ​​delle chiavi dei portoni, nessuno poteva aprire o entrare senza autorizzazione. Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, i Carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna stanno eseguendo un’ordinanza cautelare emessa dal G.I.P. di Napoli nei confronti di 41 persone gravemente indiziate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga. Le indagini hanno documentato l’operatività di un’associazione legata al clan “Rega Piacente”, attiva nel rione popolare della “219” di Brusciano. Sono state ricostruite le piazze di spaccio distribuite in varie scale del rione, ognuna con una struttura gerarchica composta da capo-piazza, spacciatori e vedette, per ogni tipo di droga venduta (marijuana, hashish, crack e cocaina). L’attività era fiorente, seconda solo a quella di Caivano. Le “piazze” erano attive anche 24 ore al giorno, con i pusher che lavoravano su turni di 8/10 ore al giorno. Era rigidamente controllato il cambio turno e il ritardo poteva comportare il “licenziamento”. Durante le indagini, è stato rilevato che i pusher venivano allontanati per ritardi anche di soli 30 minuti. Ogni “shop” era dotato di una quantità precisa di droga, fornita dal capo-piazza ad ogni inizio turno insieme a una ricetrasmittente, strumento fondamentale per essere informati in caso di controlli delle forze dell’ordine. Come per altre organizzazioni criminali, i membri del clan lanciavano l’allarme gridando “Marco! Marco!”, permettendo una rapida fuga all’arrivo dei militari. Le indagini hanno dimostrato che l’attività di spaccio era così pressante da influenzare le abitudini dei residenti estranei al clan. Nessuno dei condomini delle palazzine della 219 aveva le chiavi dei portoni d’ingresso e i citofoni erano stati rimossi per evitare aperture non autorizzate. La vendita di droga avveniva anche in presenza di bambini, con “devastanti effetti sulla formazione culturale e delle coscienze”. L’indagine ha portato a numerosi sequestri di droga, ingenti somme di denaro provenienti dall’attività illecita e all’arresto in flagranza di reato di circa 30 persone. Si tratta di una misura cautelare disposta durante le indagini preliminari, che può essere impugnata e i destinatari, in quanto indagati, sono considerati innocenti fino a sentenza definitiva.

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