I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Benevento e della Compagnia di Montesarchio hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di tre indagati. Uno è in carcere, un altro ai domiciliari e il terzo è obbligato a presentarsi alla Polizia Giudiziaria. I tre sono accusati di turbata libertà degli incanti e trasferimento fraudolento di valori.
Le indagini, basate su informazioni, documentazione, osservazione, controllo, pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, esame di tabulati telefonici e immagini di telecamere, hanno mostrato come il sindaco di un comune della Valle Caudina, attualmente agli arresti domiciliari, abbia manipolato l’appalto per i lavori di messa in sicurezza e sistemazione di una strada grazie alla complicità di un vigile urbano membro della commissione di gara. Quest’ultimo è obbligato a presentarsi alla Polizia Giudiziaria.
In questo modo, l’appalto è stato vinto dall’impresa che aveva eseguito piccoli lavori di manutenzione stradale gratuitamente come “favore” per il sindaco. Anche la procedura per l’affidamento del servizio di accoglienza integrata per i minori stranieri non accompagnati doveva andare a un’associazione temporanea di imprese promossa dal sindaco stesso.
Prima ancora della pubblicazione del bando, il sindaco aveva individuato l’immobile per l’accoglienza dei minori, nonostante sapesse che non era ancora idoneo, e aveva scelto la cooperativa sociale che avrebbe dovuto vincere l’appalto, inserendola nell’associazione temporanea di imprese di cui aveva personalmente scelto i partecipanti.
La gara per l’affidamento del servizio di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani ed assimilati del Comune, invece, è stata vinta dall’impresa che già svolgeva il servizio, in violazione del principio di rotazione. L’impresa è stata l’unica a rispondere alla richiesta di negoziazione del Comune ed è stata aggiudicataria per due anni, coincidenti con la fine del mandato del sindaco, abbassando l’importo della gara e permettendo così una procedura negoziata con almeno 5 operatori.
Inoltre, il rappresentante legale dell’impresa, che era già soggetto a sequestro preventivo e amministrazione giudiziaria in un altro procedimento, ha omesso di indicare tale condizione nella domanda di partecipazione alla gara ed è attualmente in carcere. L’uomo deve anche rispondere di trasferimento fraudolento di valori, avendo attribuito la proprietà formale delle quote societarie a due prestanome.
La società è attualmente sotto sequestro, compresi gli asset aziendali, i beni strumentali, i beni mobili e immobili intestati ad essa. Nello stesso procedimento, sono state effettuate numerose perquisizioni e altre 10 persone sono indagate per gli stessi reati e saranno interrogate nei prossimi giorni.