Per contrastare le frodi transnazionali, le emissioni di fatture inesistenti e le società che inquinano i mercati, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, Aldo Policastro, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Benevento, il colonnello Eugenio Bua, e il Direttore Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Benevento, Fernando Marotta, hanno firmato un protocollo d’intesa per rafforzare il coordinamento investigativo tra polizia giudiziaria, autorità giudiziaria e Amministrazione finanziaria a livello locale.

L’obiettivo principale dell’accordo è migliorare l’efficacia delle azioni volte a contrastare l’evasione fiscale e i reati tributari previsti dal d.lgs. n. 74/2000, consapevoli che il successo di tali azioni dipende dalla continuità e tempestività delle comunicazioni tra gli organi istituzionali coinvolti. Solo attraverso un’azione coordinata e lo scambio di conoscenze e acquisizioni, le attività di accertamento tributario e penale possono identificare i veri responsabili e beneficiari delle condotte illecite nel campo economico e tributario, al di là dell’interposizione di prestanome e enti giuridici.

Attraverso l’accordo, si potenzia l’azione di contrasto all’evasione fiscale, in particolare per i casi di maggiore pericolosità e allarme sociale, come le frodi transnazionali, l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, la creazione di schermi societari per inquinare i mercati e il riciclaggio di proventi illeciti derivanti dall’evasione fiscale.

Secondo il procuratore Aldo Policastro, la commissione di frodi fiscali e l’utilizzo di fatture false sono spesso indicatori di disegni criminali più ampi, che consentono a pericolose consorterie criminali di infiltrarsi nell’economia e nel mondo imprenditoriale, creando risorse finanziarie occulte e nascondendosi dietro prestanome e società create appositamente. Il protocollo disciplina una serie di adempimenti volti a garantire la tassazione dei proventi illeciti derivanti da qualsiasi attività criminale e l’indeducibilità fiscale dei “costi da reato”, rendendo meno vantaggiosa la commissione di illeciti penali di natura economico-finanziaria.

L’accordo è diventato necessario anche in considerazione dell’entrata in vigore del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, che pone nuove sfide e impegni per gli organi pubblici coinvolti nella risoluzione delle crisi aziendali. Il protocollo prevede anche il potenziamento degli accertamenti economico-patrimoniali per individuare le modalità di reimpiego delle risorse finanziarie accumulate illecitamente e individuare i beni nelle disponibilità degli evasori per procedere al loro sequestro e confisca definitiva.

L’accordo rappresenta un passo importante per contrastare la criminalità economica e finanziaria e l’arricchimento illecito di operatori economici che violano le regole, danneggiando l’economia sana del Paese.

L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza si sono impegnate a trasmettere alla Procura le notizie di reato anche in formato digitale, utilizzando il portale “NDR” per facilitare le comunicazioni. In caso di attività ispettive di carattere tributario condotte dalla Guardia di Finanza che individuano ipotesi di reato previste dal d.lgs. n. 74/2000, le informazioni saranno comunicate anche all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente per l’accertamento dei tributi dovuti. Allo stesso modo, in caso di attività condotte dall’Agenzia delle Entrate che individuano reati o omissioni di versamenti di imposte, le denunce saranno inoltrate senza ritardo per garantire l’assicurazione tempestiva delle fonti di prova.

L’accordo prevede anche momenti di coordinamento tecnico-operativo tra la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate, coordinati dalla Procura, al fine di giungere a conclusioni condivise e coerenti sia a livello penale che amministrativo per garantire la certezza e la chiarezza del sistema nel suo complesso.

In conclusione, il protocollo rappresenta un passo importante per contrastare l’evasione fiscale e i reati tributari previsti dal d.lgs. n. 74/2000 e l’arricchimento illecito di operatori economici che danneggiano l’economia sana del Paese.

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