La storia di Maria, una giovane nigeriana di 21 anni, è solo una delle tante storie di donne vittime di tratta che sono state salvate grazie all’operato dell’Arci Salerno e della cooperativa Dedalus. Maria è arrivata in Italia quando era ancora minorenne, con la promessa di un lavoro, ma è stata invece costretta a prostituirsi. Oggi, dopo aver superato il test di ingresso all’Orientale di Napoli, studierà per diventare mediatrice culturale.

La sua storia è stata raccontata da Francesco Arcidiacono, coordinatore dei progetti di accoglienza per i rifugiati dell’Arci Salerno, durante una conferenza stampa per la campagna di sensibilizzazione “Libere Tutte! Contro ogni violenza”. Questa campagna è stata promossa dalla Prefettura insieme al Comune di Salerno in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Quando Maria è stata collocata in una delle quattro case di protezione a Salerno, aveva solo il diploma di scuola media. Grazie all’aiuto dei volontari dell’Arci, ha potuto continuare gli studi e si è diplomata all’istituto Virtuoso. Ora, determinata a salvare altre ragazze come lei, studia per diventare mediatrice culturale.

La storia di Maria non è un caso isolato. Negli ultimi anni, l’Arci e la cooperativa Dedalus hanno salvato molte donne a Salerno. I volontari si avvicinano a loro per strada, offrendo caffè, tè caldo e preservativi. Altre donne si rivolgono spontaneamente agli sportelli di via Porta Catena per chiedere aiuto.

La maggior parte di queste donne, tra i 18 e i 20 anni, sono nigeriane o provenienti da paesi africani molto poveri. Hanno storie di violenza e povertà alle spalle. Dopo un lungo e disperato viaggio, passando per i centri di detenzione in Libia dove subiscono violenze aberranti, arrivano sulle coste italiane. Per poter arrivare in Italia, devono pagare cifre tra i 25.000 e i 60.000 euro, soldi che devono poi restituire ai loro sfruttatori.

Oltre alla prostituzione, molte di loro vengono utilizzate per lo spaccio di droga o costrette a chiedere l’elemosina per strada. Attualmente, ci sono quattro case di protezione a Salerno, Baronissi e Avellino, che ospitano 19 ragazze, alcune delle quali sono anche madri. Molte di loro si trovano a vivere una gravidanza frutto delle violenze subite.

Purtroppo, queste donne spesso si trovano in condizioni di salute drammatiche a causa dei rapporti non protetti a cui sono state costrette. Alcuni dei bambini che portano in grembo hanno contratto il virus dell’HIV. Gli operatori si occupano anche di fornire assistenza in queste situazioni gravissime.

La storia di Maria è solo una testimonianza di quanto sia importante il lavoro svolto dall’Arci e dalla cooperativa Dedalus per combattere la tratta degli esseri umani. Queste donne vengono salvate e hanno la possibilità di costruire un futuro migliore per sé stesse e per i loro figli. È fondamentale continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica su questa grave violazione dei diritti umani e lavorare per porre fine a questa situazione.

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