Il narcotrafficante Raffaele Imperiale ha deciso di cedere un’isola di sua proprietà alle autorità italiane. Questa isola si trova in un arcipelago di fronte a Dubai. La notizia è stata annunciata oggi dal sostituto procuratore Maurizio De Marco durante il processo in cui sono imputati una ventina di persone, tra cui Imperiale stesso. Durante l’udienza, il procuratore ha consegnato al giudice delle memorie contenenti due manoscritti con cui Imperiale comunica la sua decisione.

Nel processo in corso a Napoli, oltre a Imperiale, sono imputati anche i suoi collaboratori più stretti, come Bruno Carbone, suo socio in affari, Corrado Genovese, il contabile del gruppo, e Daniele Ursini, responsabile della logistica, oltre ad altri collaboratori e dipendenti. Imperiale possedeva anche due tele di Van Gogh, che sono state ritrovate in una villa e consegnate alle autorità italiane. Durante l’udienza, è stata sollevata un’eccezione riguardante l’utilizzabilità delle chat Encrochat e Sky decodificate dalle autorità francesi e parte delle prove presentate dalla DDA di Napoli. Dopo aver sospeso l’udienza per considerare l’istanza, il giudice ha deciso di rigettare la richiesta di sospensione avanzata dagli avvocati.

L’isola ceduta da Imperiale si chiama Taiwan ed è parte di un arcipelago realizzato artificialmente davanti a Dubai. Questa è solo una delle proprietà sequestrate dalle autorità giudiziarie, che includono anche un arsenale trovato a Giugliano in Campania lo scorso marzo e un “tesoretto” in bitcoin del valore di 1,8 milioni di euro, anch’esso riconducibile a Imperiale. Dopo essere stato espulso dagli Emirati Arabi Uniti, Imperiale ha iniziato a collaborare con la giustizia il 15 ottobre 2022. Il suo percorso di collaborazione è stato avviato per ottenere i benefici previsti dalla legge, secondo il procuratore antimafia Maurizio De Marco. Le dichiarazioni di Imperiale sono ancora oggetto di esplorazione, ma la loro genuinità non è messa in dubbio.

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