Struscio e spritz non possono attendere. E fa niente se per timbrare il cartellino delle “vasche” sul Corso, o per sorseggiare l’aperitivo in compagnia, si lascia l’automobile ai piedi del più importante monumento cittadino. Ancora una volta, tocca evidenziare il comportamento di quanti faticano a conciliare le esigenze personali con quelle del bene comunitario. Panchine tecnologiche distrutte a poche ore dall’installazione, pilastrini mandati all’aria nei pressi dell’Arco di Traiano, scritte alle pareti di monumenti e luoghi di culto, “babygang” che vandalizzano il megaparcheggio, rifiuti abbandonati ovunque: ricco, ancorché non esaustivo, il campionario dell’inciviltà e della vergogna. Ventaglio nel quale entra con merito la pessima abitudine di voler fermare la vettura in assoluta prossimità del luogo da raggiungere, costi quel che costi. Condotta che non risparmia nemmeno il simbolo iconico della città.

Le fotografie scattate nella prima serata di domenica mostrano che si è oramai abbondantemente superato il limite della decenza: numerose le vetture in sosta lungo tutta la fascia pedonale sottostante l’Arco, al crocevia tra via San Pasquale, via del Pomerio e viale dei Rettori. Uno snodo critico anche di giorno, che diventa trafficatissimo in corrispondenza dei fine settimana quando il flusso di visitatori, perlopiù giovani, aumenta esponenzialmente. L’area è in effetti è quella più “appetibile” per gli avventori dei numerosi locali che punteggiano i vicoli della movida, distanti solo poche decine di metri, così come per i patiti della passeggiata e dello shopping in centro. Ma la fila di automobili ferme è un pugno nell’occhio che deturpa la visuale del monumento sul lato meridionale, quello che narra le imprese di Traiano in guerra. Immagini sicuramente inconciliabili con la vocazione turistica che Benevento ambisce meritatamente ad avere. E quando le presenze si intensificano, c’è chi azzarda persino la sosta in doppia fila, come documentano le istantanee di domenica sera. Comportamenti ovviamente vietati dalla segnaletica verticale che impedisce, o almeno dovrebbe, la sosta e anche la fermata nel punto. Sbiadita la zebratura a terra che dovrebbe ricordare l’interdizione assoluta dell’area ai veicoli. E la furia iconoclasta del parcheggio selvaggio non ha risparmiato neanche un segnale mobile di sosta vietata con minaccia di rimozione forzata, rimosso a propria volta e scaraventato senza troppi complimenti nell’aiuola ai piedi dell’Arco di Traiano, con ulteriore disdoro per il monumento romano. “Si tratta di un segnale temporaneo – spiega il comando della polizia municipale – collocato dalle maestranze nei pressi del vicino cantiere per la realizzazione del progetto Pics. Non appena siamo stati informati dell’accaduto, siamo intervenuti per rimuoverlo”. Quanto alla piaga della sosta vietata in zona Arco, che continua a offendere un luogo simbolo della città, i vertici dei vigili spiegano: “Periodicamente effettuiamo controlli ad hoc e sanzioniamo i contravventori. Purtroppo la gravissima carenza di unità in organico ci impedisce di destinare operatori fissi nell’area, unico rimedio davvero risolutivo”. Problematica nota anche a Palazzo Mosti, che è al lavoro per le contromisure: “Ribadita l’assoluta inciviltà di certi comportamenti che vanno stigmatizzati senza mezzi termini, la viabilità in zona Arco si inserisce nel più complessivo tema della gestione della mobilità nel centro storico – commenta l’assessore delegato Attilio Cappa -. Stiamo lavorando a una rimodulazione del piano traffico, anche in vista dell’approvazione del nuovo Piano urbanistico, che tenga conto degli effetti concatenati che si determinano quando si modificano gli assetti in un quadrante con caratteristiche particolari come il nucleo urbano. Siamo consapevoli delle difficoltà di organico della polizia municipale, infatti l’amministrazione ha riservato alcune caselle nell’ambito del nuovo piano assunzionale. Dovremo ottimizzare anche l’utilizzo della videosorveglianza, che sempre di più deve integrare gli operatori in servizio”.

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