Il gip di Aversa ha deciso di applicare la misura degli arresti domiciliari a Venezia, con l’utilizzo del braccialetto elettronico, per uno dei responsabili degli stupri di Caivano ai danni di due bambine. Nonostante l’opinione contraria della Procura di Napoli Nord, che considera il soggetto estremamente pericoloso e uno dei “capi” della banda che ha commesso le violenze per mesi, gli arresti domiciliari sono stati concessi. Secondo la Procura, il 19enne avrebbe dovuto rimanere in carcere, ma è in attesa dell’appello.
“Questa decisione calpesta i diritti delle vittime, che non solo hanno subito per mesi le violenze del gruppo, ma ora vedono anche i loro aguzzini liberi. Ritengo che questa scelta sia un pessimo esempio per la società, diffondendo un’idea sbagliata di impunità. Chi commette reati simili deve pagare duramente per ciò che ha fatto, non ci sono sconti di pena o attenuanti che tengano, il carcere è l’unico luogo adatto per farli riflettere su ciò che hanno commesso”, ha dichiarato Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra.

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