Passeggiava tranquillamente nei dintorni della caserma di Battipaglia. Nonostante le forze dell’ordine lo cercassero da quasi due anni. Alla fine, Adil Berbich, un giovane di Roccapiemonte, è finito in carcere. E dovrà rimanerci per poco più di quattro anni, in ottemperanza alle pene che gli erano state inflitte dai giudici per le diverse tipologie di reati commessi. Sono stati i carabinieri della Sezione radiomobile del Nucleo operativo e radiomobile a catturarlo. L’episodio risale a martedì scorso ed ha attirato l’attenzione di diversi commercianti e residenti della zona di via Consolini: inizialmente i militari hanno notato qualcosa di insolito nei movimenti dell’uomo. Così si sono avvicinati a lui, con l’intenzione di procedere ad uno dei tanti controlli di routine. Quando l’hanno identificato, hanno scoperto che aveva un ordine di carcerazione: una serie di pene cumulative per diverse ipotesi di reato, emesso nel giorno di San Valentino dell’anno scorso dall’Ufficio per le esecuzioni penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore, guidato dal pm Antonio Centore, competente per il comune di residenza. Secondo quanto riportato dalla Città, l’uomo era ricercato dal 14 febbraio del 2022: da allora avrebbe dovuto entrare in carcere e rimanerci per quattro anni e 26 giorni a causa delle condanne ricevute per diverse condotte criminali. La più curiosa delle quali è sicuramente la bigamia: Berbich aveva due mogli. E non era l’unico reato commesso ai danni dei conviventi: una delle pene inflitte era per maltrattamenti in famiglia. Il ricercato, inoltre, era stato condannato in via definitiva per diversi altri episodi criminali: furto e lesioni con l’aggravante, rapina e persino estorsione. I carabinieri hanno immediatamente informato Licia Vivaldi, il pm di turno a Salerno. Dopo i controlli, il ricercato bigamo che passeggiava tranquillamente nei pressi della caserma è stato portato a Fuorni: dovrebbe rimanere nella casa circondariale alla periferia del capoluogo fino alla fine del 2027.
