Con l’avvicinarsi del rinnovo del Consiglio Provinciale, emergono accuse preoccupanti riguardo all’infiltrazione della Camorra nei meccanismi di selezione dei posti di lavoro chiaramente pilotati. La notizia più sconcertante è l’assunzione del figlio del boss Feliciello di Parete, una mossa fortemente contestata che ha rinvigorito le accuse di corruzione e affiliazione alla Camorra del quartetto composto da Zannini, Magliocca, Caputo e Bosco.
Critici e osservatori seri ed anche noi, sosteniamo da tempo che la Provincia di Caserta debba essere sciolta per via delle ripetute infiltrazioni camorristiche, esigendo un ritorno deciso alla legalità. Tali accuse prendono ora corpo di fronte alla recente serie di assunzioni pilotate tra le quali spicca quella del figlio di Feliciello.
Zannini, Magliocca, Bosco e Caputo sono ormai notoriamente i colpevoli di aver introdotto l’influenza della Camorra all’interno dell’ente. Questa convinzione, purtroppo, non è più circoscritta ai soli oppositori, ma si sta diffondendo a macchia d’olio tra l’opinione pubblica.
Allo stesso modo, è ben nota alle istituzioni l’assunzione del figlio del boss Feliciello, così come è risaputo il fatto che numerose aziende legate alla Camorra operino attivamente all’interno della provincia.
Bosco, in particolare, è ampiamente considerato un affiliato alla Camorra fino a prova contraria. Analogamente, Zannini e Magliocca sono noti da tempo per i loro stretti e preoccupanti legami con l’organizzazione criminale.
L’azienda dei Caputo, a prescindere dal loro coinvolgimento nel fiasco industriale, è nota per essere stata acquisita all’asta da Cesaro dopo il fallimento.
Questi atti sono la punta dell’iceberg di una profonda rete di corruzione e collusione tra politica e Camorra. E i personaggi menzionati sono i capi. Al di sotto di loro, le cosiddette figure di “gregario” Luserta, Marzo, Cioffi, continuano a operare nell’ombra, contribuendo a sostenere la struttura elusiva e dannosa della Camorra.
In tutta franchezza, i dati e le prove presentati sono drammaticamente allarmanti. Mettono in evidenza una situazione urgente che necessita di misure immediate e radicali al fine di ristabilire una governance sana, trasparente e priva di influenze illegali, per poter finalmente dare alla Provincia di Caserta l’opportunità di progredire verso un futuro migliore.