Non ce l’ha fatta Leone, il gattino trovato ad Angri scuoiato vivo. Una crudeltà inaudita compiuta da esseri che difficilmente possono essere definiti umani.
L’amore dei soccorritori
Una vicenda raccapricciante che ha scosso gli operatori del servizio veterinario che lo hanno trovato, i volontari del canile di Cava de’ Tirreni che amorevolmente lo hanno accolto e coccolato, e i medici che hanno fatto di tutto per salvarlo.
La speranza di intere comunità
Indignate anche le migliaia di persone che hanno seguito quanto accaduto pregando e sperando fino all’ultimo che il piccolo Leone potesse salvarsi, nonostante le sue condizioni fossero molto gravi.
Il Canile di Cava comunica la triste notizia
La triste comunicazione è arrivata direttamente dagli operatori del Canile di Cava che sulla pagina Facebook esprimono tutto il loro dolore.
Sconcerto e dolore
“Leone caro, la violenza inaccettabile che ha martoriato il tuo corpicino in questi giorni 4 giorni, ha sconvolto la vita di migliaia di persone, che sono restate con il fiato sospeso. Sei diventato il Leone di tutti, ti hanno amato, sostenuto, pensato ogni istante e pregato per te.
Un crimine inaudito
Oggi sarà un giorno di grande dolore per chi ti ha amato. Il nostro Leone ci lasciato circondato fino alla fine da quell’amore che ha cercato in tutti i modi di combattere contro questo crimine senza precedenti. Grazie a chi ha lottato con lui, con noi e con i dottori che in questi giorni si sono alternati per le medicazioni e terapie.
Tutto ciò che è stato raccolto resterà a disposizione dell’Ambulatorio Asl Veterinario di Cava de’ Tirreni per tutte le altre anime che come Leone verranno recuperate sul territorio ferite.
Leone caro, che la Terra ti sia lieve…con un grande dolore nel nostro cuore ti abbracciamo forte, forte, forte…ora possiamo farlo senza farti male”.
Il commento del sindaco di Angri
Anche il sindaco di Angri si è pronunciato sul gravissimo fatto accaduto nel suo territorio. “Ciò che è successo a Leone – spiega Ferraioli – è un atto così ignobile e fuori dalla logica che non ho le parole giuste. O meglio, ce le avrei pure, ma purtroppo non sono nella posizione di poterle scrivere o pronunciare. Quello che però ho il dovere di fare come primo cittadino e soprattutto quello che sento di fare come uomo è invitarvi a denunciare, anche in forma anonima, questo abominio. Perché di questo si tratta, di abominio, nulla di meno, ed è un campanello d’allarme anche sociale da prendere in seria considerazione”.