L’industria della pirotecnia in Italia è composta da duemila aziende e impiega diecimila lavoratori, tra fabbriche di produzione, maestri dei fuochi, spettacoli, importatori, distributori all’ingrosso e negozi. Negli ultimi due anni, il fatturato dell’industria legale della pirotecnia si è attestato sui seicento milioni di euro. Tuttavia, questa cifra è superata dal valore dell’industria illegale, che arriva a superare il miliardo di euro.

Nel settore dell’illegalità operano sia piccoli produttori che importatori che evadono l’Iva e distribuiscono in modo capillare tramite reti spesso gestite dalla camorra. Gli esperti stimano che il giro di affari dell’industria illegale superi il miliardo di euro. Durante l’emergenza Covid, l’industria legale della pirotecnia ha subito una riduzione dell’80%, ma negli ultimi due anni si è ripresa a pieno regime.

A Napoli e in Campania, l’industria legale della pirotecnia convive con un mercato parallelo illegale che si basa su polveri vietate, furto di prodotti originali e importazione di fuochi non consentiti. Questo mercato illegale raggiunge il suo picco durante il periodo di Capodanno. Mentre il mercato nero sfugge a ogni controllo, l’industria legale è soggetta a certificazioni, contributi e tasse.

I costi per i produttori di botti illegali sono irrisori rispetto a quelli dell’industria legale. Ad esempio, produrre un “rendino” costa solo 30 centesimi, ma viene rivenduto sul mercato nero a tre euro. Stessa cosa per le “cipolle” che costano 50 centesimi e vengono vendute a 5-7 euro l’una. Questi costi includono manodopera e materiali.

La produzione delle “bombe” è diversa per pericolosità, difficoltà di rivendita e domanda. Ad esempio, una “georgiana” da circa mezzo chilo di esplosivo costa circa 2 euro ai produttori, ma viene venduta tra i 50 e i 100 euro, con un aumento dei prezzi nel periodo che precede il Capodanno.

La camorra gestisce quasi tutto il mercato nero della pirotecnia, che si estende in tutta Italia. Negli ultimi anni, le bancarelle degli abusivi sono progressivamente scomparse, ma ci sono ancora venditori illegali che offrono botti con tutte le certificazioni, ma che potrebbero essere vecchie e pericolose. Inoltre, ci sono prodotti legali provenienti dall’estero che in Italia non possono essere commercializzati, ma che arrivano sul mercato nero.

Un altro problema riguarda l’importazione di prodotti esteri non sempre tracciabili e potenzialmente pericolosi. Sia i prodotti cinesi che quelli dell’Est Europa, spesso con marchi regolari, invadono in parte anche il mercato legale, ma sarebbero proibiti in Italia. Sul fronte della sicurezza, è importante sottolineare che i materiali utilizzati sono altamente inquinanti e, durante il periodo di Capodanno, sprigionano più diossina degli incendi della Terra dei Fuochi.

Attualmente, preoccupano anche i residui della festa scudetto del Napoli e i botti illegali prodotti in grandi quantità e rimasti invenduti. Anche questi finiranno sul mercato con etichette “rinnovate”, spesso dedicate al calcio Napoli.

Infine, va sottolineato che c’è anche un mercato nero online che consente la vendita e la consegna di prodotti pericolosi, molto richiesti soprattutto nel nord Italia. È quindi necessario porre maggiore attenzione e controllo su questo fenomeno per garantire la sicurezza di tutti.

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