La tragica morte di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso per futili motivi da un minorenne, continua a lasciare profonde ferite nella società. La battaglia sui social tra coloro che difendono l’assassino e coloro che desiderano una pena esemplare per lui, rende ancora più difficile la guarigione di questa ferita. Tra i più strenui difensori del diciassettenne ci sono alcuni suoi familiari, che con toni aggressivi si scagliano contro chiunque li critichi.
Il deputato Francesco Borrelli ha segnalato questo comportamento attraverso i suoi canali social, definendo questa arroganza criminale una nuova pagina degradante. Chiede anche alla Polizia Postale di monitorare attentamente questi fenomeni, che nascondono una strategia criminale ben definita che vuole intimidire e minacciare per mantenere il controllo sul territorio.
La storia inizia una notte d’estate in un pub di piazza Municipio, dove Giovanbattista e il suo assassino si incontrano per la prima e l’ultima volta. Non hanno nulla in comune, tranne il desiderio di trascorrere del tempo con i loro amici mangiando un panino. I due mondi opposti delle vittime e del loro giovane assassino non possono coesistere. Una semplice discussione su un motorino fuori posto scatena una serie di eventi che porteranno alla tragedia. Insulti e aggressioni iniziano fuori dal locale e diventano ancora più violente quando la vittima e i suoi amici cercano di ribellarsi.
Il branco, di cui fa parte il killer, non tollera la reazione dei figli di papà alle loro vessazioni. Calci, pugni e persino il lancio di sedie sono solo l’inizio. Alla fine, il minorenne estrae una pistola e spara due colpi che uccidono Giovanbattista. Il ragazzo cade in una pozza di sangue, mentre il branco, con il killer come membro più giovane, fugge prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Sarà arrestato poche ore dopo. Durante l’interrogatorio, il minorenne afferma di non essersi nemmeno accorto di aver ucciso Giovanbattista, tanto che subito dopo è andato a giocare a carte.
Si scopre che tre anni prima aveva già accoltellato un coetaneo, ma a causa della giovane età non era stato giudicato imputabile. Il resto è fredda e triste cronaca. I funerali di Giovanbattista, con gli appelli della sua famiglia per una Napoli migliore e il cordoglio di tutta la città, che ancora una volta deve affrontare una giovane vita spezzata. Ma queste parole non toccano il cuore di quella minoranza che, nonostante tutto, continua a sostenere il giovane assassino. I parenti dello stesso scrivono sui social: “Ha sbagliato e sta pagando, ma saremo sempre al suo fianco, qualunque cosa accada”.