L’intreccio di più storie e vicende che si sono susseguite di recente sembra offuscare il contesto più reale di quanto sta accadendo. L’arcivescovo di Salerno, monsignor Andrea Bellandi, interviene direttamente per sottolineare l’importanza del rispetto verso le persone coinvolte, soprattutto verso coloro che sono stati feriti da comportamenti gravi.

L’arcivescovo parla di una “infinita tristezza” per l’errore commesso da un sacerdote, che ha generato costernazione tra i confratelli e disorientamento nella comunità parrocchiale. Si auspica che si possa giungere presto alla conoscenza dei fatti per correggere gli errori e curare le ferite.

La Curia conferma l’abbandono del sacerdote dal ministero di parroco, sottolineando che si tratta di una scelta personale che ha portato alla sua sospensione e alla nomina di un sostituto. Quindi, in pratica, Oliveto non è mai stato senza un parroco.

Ma emerge una realtà completamente diversa rispetto alla fuga d’amore che è stata raccontata. I dubbi si concentrano su una problematica importante che riguarda la giovane donna coinvolta, a cui sarebbero stati attribuiti maltrattamenti e violenze domestiche. La donna ha trovato il coraggio di raccontare la sua situazione al parroco e all’associazione “To zion Terra promessa”, che si sta occupando di lei. Attualmente, lei e i suoi figli si trovano in un luogo protetto, lontano dal marito contro cui ha presentato denunce.

La presidente dell’associazione, Rosaria Gaeta, conferma che c’è un procedimento in corso in Procura su questa vicenda e che le forze dell’ordine e i servizi sociali sono impegnati ad aiutare la ragazza e i suoi tre bambini in questo difficile percorso.

È importante sottolineare che non c’è stata una fuga con il parroco, ma la fuga era dal marito quando quest’ultimo è andato a Trento per lavoro. Sono due storie diverse, vissute in due luoghi diversi, unite solo dal caos mediatico e dalle rappresentazioni sensationalistiche.

Nel frattempo, su internet si moltiplicano le testimonianze su don Umberto, descritto come una persona vicina ai giovani, alle famiglie e ai bisognosi, discreta ma capace di entrare nei cuori delle persone. Anche il sindaco di Oliveto Citra, Mino Pignata, testimonia il bene che il sacerdote ha fatto nel corso dei suoi due anni di servizio nella comunità, ma esprime anche preoccupazione per i tre minori coinvolti. Chiede silenzio per tutelarli, poiché loro sono le vere vittime innocenti di una curiosità morbosa e senza freni.

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