Truffa alla sanità pubblica: arrestati medici, farmacisti e responsabili di laboratori di analisi a Pomigliano

Una vasta associazione a delinquere, capeggiata da tre medici di base, sette farmacisti e due responsabili di laboratori di analisi di Pomigliano, è stata smascherata dagli inquirenti per aver truffato le casse della sanità pubblica attraverso il meccanismo delle ricette false. Secondo i magistrati della procura di Nola e i militari della sezione reati economici e finanziari della Guardia di Finanza di Napoli, si tratta di una truffa dalle dimensioni ancora imprecisate ma presumibilmente enormi.

Ma le sorprese non finiscono qui. Grazie alle intercettazioni ambientali, i finanzieri hanno scoperto che i medici di famiglia, pubblici funzionari convenzionati con lo Stato, avevano alimentato il giro di ricette false sfruttando lo scoppio della guerra in Ucraina. Nel 2022, con la scusa di dover inviare urgentemente medicinali nella nazione appena invasa e bombardata dalle forze armate russe, i medici indagati avrebbero indotto l’azienda sanitaria a rimborsare alle farmacie somme di denaro per una fornitura di farmaci mai giunti a destinazione a Kiev. Secondo le indagini, quei medicinali non sono mai arrivati in Ucraina.

Lo studio medico associato ubicato a Pomigliano e una rete di farmacie, tra cui la farmacia comunale di via Roma, sono al centro dello scandalo. Un medico di base, accusato di essere il promotore di due associazioni a delinquere, è finito agli arresti domiciliari. Altre 16 persone hanno ricevuto provvedimenti cautelari alternativi agli arresti, per un totale di 25 indagati.

Il giudice del tribunale di Nola ha sospeso per un anno dal servizio pubblico connesso con l’esercizio della professione medica due colleghi del medico principale, nonché un ex vicesindaco di Pomigliano. Sette farmacisti, tra cui dipendenti della farmacia comunale, sono stati sospesi per un anno, mentre due responsabili di centri diagnostici hanno ricevuto il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno. Un ex farmacista e due informatori scientifici hanno ricevuto il divieto di dimora nel comune di Pomigliano. Infine, due infermieri di centri diagnostici sono stati sospesi per un anno dall’esercizio della professione per conto di enti pubblici e privati convenzionati con il sistema sanitario.

La truffa consisteva nel prescrivere ricette per farmaci ed esami diagnostici a pazienti esentati dal pagamento, ignari della situazione. Le ricette venivano poi consegnate ai farmacisti, che apponevano le fustelle codificate prelevate dai farmaci stoccati nei depositi. Successivamente, le ricette venivano inviate all’ASL per ottenere il rimborso totale delle medicine. Lo stesso meccanismo veniva utilizzato per i centri diagnostici, dove arrivavano false ricette per costosi esami di laboratorio. Gli infermieri prelevavano il sangue a domicilio, ma i prelievi venivano intestati a pazienti esenti dal pagamento delle prestazioni, senza che loro o i pazienti ai quali era stato prelevato il sangue ne fossero a conoscenza. I farmaci dalle quali erano state staccate in modo truffaldino le fustelle venivano infine prelevati e fatti sparire dai medici di base.

Durante le perquisizioni, i finanzieri hanno sequestrato centinaia di farmaci privi di fustelle, 120mila euro e una certa quantità di ricette. Le indagini, che coprono il periodo tra la fine del 2021 e la fine del 2022, sono state condotte con attenzione, includendo pedinamenti e intercettazioni ambientali. Una collaboratrice dello studio medico di Pomigliano ha confessato tutto, grazie anche all’inserimento di un trojan nello smartphone piazzato dai finanzieri, che ha permesso di ottenere numerose intercettazioni.

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