Le condizioni di salute della giovane di Caserta accoltellata dalla compagna di classe durante un compito sono ancora gravi. Questo dramma ha scosso l’istituto Michelangelo Buonarroti e le scuole di tutta la provincia di Terra di Lavoro. Gli insegnanti e gli studenti discutono e confrontano le loro opinioni ogni giorno. C’è molta preoccupazione per lo stato di salute della ragazza ferita. I medici dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano non hanno ancora stabilito una prognosi definitiva, ma per ora rimane riservata. La famiglia ha chiesto donazioni di sangue, ma al momento sembra non ci sia bisogno. I medici sono comunque preoccupati e non si sentono di dichiarare la giovane al sicuro da eventuali complicazioni. Le ferite al collo e alla nuca sono profonde e richiedono cure quotidiane molto dolorose. La gravità della sua condizione colpisce profondamente. Ci sono più di cinque segni di lesioni sugli arti, ma per fortuna gli organi vitali non sono stati colpiti. Per quanto riguarda le indagini, si può dire che sono state concluse. Durante la perquisizione a casa della colpevole, eseguita dai carabinieri, non sono state trovate altre armi. Il coltellino, che era attaccato al portachiavi dell’indagata, è stato sequestrato il giorno dell’aggressione. Nel frattempo, il giudice per le indagini preliminari del tribunale dei minorenni di Napoli ha convalidato l’arresto della diciassettenne accusata di tentato omicidio nei confronti della compagna di classe. Questa decisione si basa sulla ricostruzione degli eventi effettuata dai carabinieri di Caserta. Dopo l’incidente all’istituto Buonarroti, il mondo della scuola è stato scosso profondamente. In realtà, la violenza nelle scuole superiori era già emersa nella provincia di Caserta nel 2018, quando la professoressa di italiano Franca Di Blasio è stata accoltellata da un suo studente di 17 anni all’istituto Bachelet-Majorana di Santa Maria a Vico. Secondo il psicoterapeuta Gino Aldi, tra qualche anno sarà necessario blindare le scuole per entrarvi. Purtroppo, sta crescendo una generazione a cui non si interviene, non si riesce ad intervenire e non si vuole intervenire, perché non si vuole affrontare la gravità del problema. Questa generazione ha difficoltà a controllare gli impulsi e non riesce a elaborare mentalmente le proprie azioni. Vincenzo Sacco, il soccorritore della giovane vittima, ha raccontato le fasi salienti dell’aggressione. Durante l’episodio, ha sentito le urla e si è trovato di fronte alla ragazza che chiedeva di tornare dalla madre e si chiedeva cosa avesse fatto di male per meritare tutto ciò. Ha visto anche l’altra ragazza lanciare oggetti per aria. Si è spogliato e ha cercato di fermare il sanguinamento. Fortunatamente, i medici sono arrivati in tempo. Le indagini continuano per scoprire se ci sia stato un complice della diciassettenne, ma al momento non sembrano emergere ulteriori dettagli. L’indagata era stata isolata dal gruppo di classe perché considerata pericolosa e, per dispetto, ha affrontato con un coltello la ragazza più rappresentativa del gruppo.

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