Gianluca Formisano, accusato nell’inchiesta Aste Ok e attualmente detenuto, ha tentato di condizionare l’indagata Caterina De Nardo, cercando di farle dire che i carabinieri l’hanno spinta a fare il suo nome. Questo è emerso durante l’udienza di ieri davanti al tribunale di Avellino, presieduta dal giudice Roberto Melone, insieme ai giudici Vincenza Cozzino e Gilda Zarrella. Durante l’udienza sono stati esaminati i messaggi whatsapp scambiati tra i due e sono state analizzate anche le indagini svolte dalla Guardia di Finanza.

L’ingegnere Formisano, difeso dall’avvocato Carlo Taormina, è accusato di aver cercato di influenzare le testimonianze di Caterina De Nardo, suo padre Ciriaco De Nardo e Daniela Marra, che erano inizialmente degli esecutori e avevano fornito una versione dei fatti che successivamente hanno ritrattato. I tre sono stati indagati per calunnia, falsa testimonianza e agevolazione del clan. Durante l’udienza è emerso che Formisano avrebbe cercato di condizionare Caterina De Nardo dicendole di dire che i carabinieri l’hanno spinta a fare il suo nome e che non hanno nulla contro di lui.

Il capitano del Nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, Andrea Zuppetti, ha confermato di aver acquisito i tabulati telefonici e ha presentato le analisi investigative condotte dalla Guardia di Finanza. Durante l’udienza è emerso anche un incontro tra Formisano e De Nardo, nel quale l’ingegnere avrebbe suggerito alla donna cosa dire durante la testimonianza in aula riguardo a un presunto passaggio di denaro che coinvolgeva anche lui. Il difensore di Formisano, l’avvocato Carlo Taormina, ha contestato queste dichiarazioni definendo l’udienza “fantascientifica”.

Gianluca Formisano è stato arrestato la settimana scorsa dopo che sono state accolte tutte le richieste del pubblico ministero della Dda. Le indagini hanno evidenziato una comunicazione frequente negli anni tra Caterina De Nardo e Gianluca Formisano, gestore della società Arca di Noè con sede a Serino, sequestrata nel 2019. Gli inquirenti sostengono che Formisano abbia concordato la versione dei fatti con De Nardo prima della sua testimonianza in aula.

L’udienza è stata rinviata al prossimo 6 dicembre.

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