Le indagini condotte dai carabinieri della Stazione di Chiaia hanno portato alla luce comportamenti minatori, morbosi e molesti, tutti guidati da una forte gelosia e, una volta conclusa la relazione tra i due ragazzi, dalla mancata accettazione della situazione. Il 19enne, già noto alle forze dell’ordine, avrebbe più volte cercato di controllare la sua ex, seguendola e presentandosi sotto casa contro il suo volere, anche di notte. Le avrebbe vietato di frequentare le amiche e di vestirsi in modo “vistoso” secondo i suoi canoni. Il controllo si estendeva anche al cellulare della ragazza: tutti i contatti maschili nella rubrica e sui social dovevano essere eliminati. Dopo la fine della relazione, la vittima ha ricevuto numerose minacce tramite telefono, di persona e attraverso i social. In alcune occasioni, il giovane ha inviato alla ragazza fotografie in cui brandiva una pistola. I militari hanno raccolto le testimonianze della vittima e dei suoi familiari, acquisito chat e messaggi inviati dall’indagato, e lo hanno identificato. Nei giorni successivi alla denuncia, la ragazza è stata dotata del “mobile angel” a causa della gravità dei fatti, che è stato attivato più volte durante gli episodi di stalking. La giovane aveva paura che il padre venisse ucciso o che la casa venisse incendiata e cercava di dormire a casa delle sue amiche, non andava più al lavoro, usciva di casa raramente e solo in compagnia di un parente. Le minacce si sono intensificate soprattutto dopo la denuncia, che la ragazza è stata costretta ad integrare. Il ragazzo le ha detto: “Ritira la denuncia… prendo della benzina e incendio la casa… ma se arriva il 31 dicembre, giuro sull’anima del mio nonno, non rimanere a casa perché non la terrai più…”. Il ragazzo: proiettili per chi guarda la mia ex. “A chi va a ballare e incontra la mia ex, sequestratela, vi do 500 euro…”, ma poi “a chi solo la guarda siate pronti a una pioggia di proiettili”. Roberto Antini, nipote del defunto boss dei Quartieri Spagnoli Antonio Ranieri (detto “Polifemo”, era il nonno materno che evocava spesso e con il cui nome si faceva chiamare), era davvero pericoloso e pronto a tutto. Lo dimostra questo messaggio inviato su Instagram dopo il rifiuto della ragazza di andare a ballare con lui. E non è tutto. L’accusa di atti persecutori aggravati si aggiunge a quelle di rapina e lesioni aggravate notificategli nei giorni scorsi, sempre dai carabinieri per avere spaccato una bottiglia in testa a un negoziante che poco prima aveva rapinato.

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