Condannati per falso ideologico in atto pubblico: il caso del concorso truccato
Il Tribunale di Avellino ha emesso una sentenza di condanna per falso ideologico in atto pubblico nei confronti di Brenno Fiorani, primario del reparto di Cardiochirurgia dell’Azienda ospedaliera Moscati di Avellino, e Giampaolo Luzi, primario di Cardiochirurgia dell’ospedale di Potenza. Entrambi sono stati ritenuti colpevoli di aver agevolato Fiorani nel concorso per il ruolo di primario, violando gli articoli 51 e 52 del codice di procedura civile.
I fatti risalgono al 2018, quando Brenno Fiorani partecipò al concorso per diventare primario del reparto di Cardiochirurgia del Moscati di Avellino e risultò vincitore. Le indagini sono iniziate dopo la denuncia di uno dei partecipanti al concorso, Franco Triumbari, che all’epoca era primario facente funzioni del reparto di Cardiochirurgia di un altro ospedale.
Durante le indagini è emerso che Fiorani era stato testimone di nozze al matrimonio di Luzi nel 2014, come attestato da un certificato inviato anonimamente a Triumbari. Inoltre, è stato accertato che i due medici avevano un rapporto di amicizia e frequentazioni, anche se di tipo professionale, fino al 2016.
Le difese degli imputati hanno contestato l’applicazione degli articoli 51 e 52 del codice di procedura civile, sostenendo che tali cause di incompatibilità non contemplano il caso del testimone di nozze. Hanno cercato di dimostrare che tra Fiorani e Luzi vi era stata solo una frequentazione di tipo professionale e che non c’era mai stato un rapporto di frequentazione extra lavorativo.
Le difese hanno inoltre dimostrato che i contatti telefonici tra i due imputati erano episodici e che si trovavano sempre in città diverse e distanti tra loro. Testimoni delle difese hanno confermato queste circostanze.
Nonostante le argomentazioni delle difese, il giudice ha emesso una condanna di 3 mesi di reclusione (pena sospesa) per entrambi gli imputati. Il pubblico ministero aveva chiesto una pena più severa, un anno di reclusione.
Gli avvocati di Fiorani e Luzi hanno annunciato che impugneranno la sentenza di primo grado, sostenendo l’innocenza dei loro assistiti.
Questo caso di concorso truccato mette in luce l’importanza di garantire la trasparenza e l’equità nei processi di selezione per ruoli pubblici, al fine di preservare l’integrità delle istituzioni e garantire una sana competizione tra i partecipanti.