La denuncia di un imprenditore in crisi economica durante la pandemia

Un imprenditore napoletano in difficoltà economica durante la pandemia ha deciso di fare una denuncia contro una serie di usurai che lo hanno portato ad accumulare un debito di circa 100mila euro. Grazie all’intervento dei Carabinieri, sono state eseguite misure cautelari nei confronti di sei persone coinvolte nell’usura.

L’indagine condotta dalla Procura di Napoli e dal Nucleo Operativo della Compagnia di Bagnoli ha avuto inizio dopo la denuncia presentata dall’imprenditore. Quest’ultimo si era indebitato con una serie di usurai per ottenere prestiti necessari per mantenere in piedi la sua attività economica, che aveva subito un duro colpo durante la pandemia da Covid-19.

Grazie alle testimonianze della vittima e all’analisi delle chat presenti sullo smartphone dell’imprenditore, i Carabinieri e la Procura di Napoli sono riusciti a raccogliere prove sufficienti per indiziare gli indagati. Questi ultimi sono accusati di aver elargito prestiti usurari, approfittando dello stato di bisogno della vittima e imponendo interessi esorbitanti. La vittima è stata costretta a restituire un totale di circa 100mila euro, per prestiti che variavano tra i 6.000 e i 71.000 euro.

Durante le operazioni, i Carabinieri di Bagnoli hanno anche provveduto a sequestrare i conti correnti degli indagati, su delega dell’autorità giudiziaria. È importante sottolineare che le misure cautelari eseguite sono provvisorie e il destinatario delle stesse è ancora presunto innocente fino alla sentenza definitiva.

Questa vicenda mette in luce il fenomeno dell’usura, che purtroppo continua ad essere una piaga sociale diffusa. È fondamentale che le forze dell’ordine e le istituzioni si impegnino nel contrastare e reprimere questo tipo di reati, al fine di proteggere le vittime e garantire la giustizia. Speriamo che questa operazione possa essere un segnale forte e dissuasivo per chiunque si avvicini a pratiche di usura, mettendo in pericolo la vita e l’attività di persone oneste e lavoratrici.

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