Benevento. Udienza preliminare fissata a maggio 2024.

Sono quattro le persone, oltre alla società, per le quali il pm Maria Colucci ha chiesto il rinvio a giudizio nell’inchiesta su Villa Margherita, il centro di riabilitazione di Piano Cappelle che nel marzo del 2020, durante l’emergenza Covid, era finito sotto i riflettori come presunto focolaio di diffusione del contagio.

L’8 maggio dell’anno prossimo dovranno presentarsi davanti al gup Loredana Camerlengo, che dovrà decidere se fissare il processo o dichiarare il non luogo a procedere, Stefano Garelli, amministratore delegato e rappresentante legale dell’impresa ‘Casa di cura privata Villa Margherita srl’, Stefano Nordera, direttore di sede della struttura sannita, Claudio Di Gioia, direttore sanitario, e Alessandro Ciarimboli, primario del raggruppamento Riabilitazione, Neurologia e Ortopedia. A tutti, ciascuno per le proprie funzioni, vengono contestate le ipotesi di epidemia colposa, omicidio colposo e lesioni colpose.

La prima accusa riguarda la presunta violazione delle disposizioni vigenti all’epoca e la mancata adozione di provvedimenti contro la diffusione del contagio, che avrebbero causato l’infezione di 17 pazienti, tre dei quali deceduti, all’interno della struttura, dove il 24 e il 27 marzo 2020 risultavano essere positivi al Covid 80 persone tra pazienti e personale dipendente.

Si pone poi l’attenzione sul decesso di due donne e un uomo, avvenuti il 3, il 14 e il 23 aprile, durante il ricovero a Villa Margherita.

Per Garelli viene contestato anche un addebito di calunnia per la denuncia-querela presentata ai carabinieri, per diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, abuso della credulità popolare, procurato allarme e diffamazione, contro l’autrice di una delle note audio trasmesse via WhatsApp sulla situazione esistente a Villa Margherita.

L’inchiesta, iniziata nell’aprile del 2020 con il sequestro dei computer da parte dei carabinieri, è stata supportata anche da una consulenza su 280 cartelle cliniche affidata al medico legale Emilio D’Oro e ai professori di Igiene e sanità pubblica Guido Maria Grasso e Marcello D’Errico, delle Università del Molise e delle Marche.

Gli avvocati Luigi Ferrante e Luigi Giuliano (per Garelli e Nordera), Vincenzo Regardi (per Di Gioia), Paolo Piccialli (per Ciarimboli) e Francesco Carotenuto (per la società) si stanno occupando della difesa. Sono venticinque le parti offese, assistite, tra gli altri, dagli avvocati Valeria Crudo, Mario Prozzo, Vincenzo Di Vaio, Anita Zaccari, Lucia Catalano e Orlando Sasso.

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