“Denunciate e si può iniziare a vivere”: le parole di Salvatore Fiore, commerciante e politico del Pd di Soccavo, riflettono la realtà di chi si trova costretto ad accettare proposte nell’ambito della costrizione e della disperazione. In un mondo in cui la criminalità organizzata fa da padrona, è importante scegliere da che parte stare.

Fiore ha recentemente fatto una denuncia che ha portato all’arresto di sei membri della camorra nel suo quartiere di Soccavo. Il commerciante ha raccontato di aver cercato in tutti i modi di onorare un debito iniziale, ma il tetto degli interessi continuava a crescere. Così, si è rivolto a Sos Impresa e, ovviamente, ai carabinieri. La sua speranza è che questa denuncia porti l’attenzione necessaria e che i riflettori non si spengano su chi ha avuto il coraggio di denunciare.

Ma denunciare non è sempre facile. Giuseppe Barretta, un uomo di Casoria, ha cercato di costringere Fiore a pagare una somma di denaro minacciandolo di morte. Con messaggi inviati su Whatsapp, Barretta ha minacciato gravi danni all’incolumità di Fiore e dei suoi familiari, arrivando persino a fare riferimento alla sua precedente detenzione e alla sua appartenenza a una famiglia malavitosa.

Fiore ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri, consegnando loro i messaggi minatori. Nonostante ciò, le preoccupazioni per la sua sicurezza sono continuate anche dopo la denuncia, tanto da spingerlo a chiudere il suo negozio e a svuotare quasi interamente l’attività commerciale. Le minacce di Barretta hanno avuto un grave impatto anche sulle condizioni economiche di Fiore e della sua famiglia, che ora si trovano in una situazione disastrosa, costretti a vivere con l’aiuto dei figli maggiorenni.

Ma non è finita qui. Fiore ha anche raccontato ai carabinieri delle minacce ricevute da Carlo Capezzuto, un uomo vicino agli ambienti criminali del rione Traiano. Capezzuto gli ha mandato un messaggio in cui gli diceva che tra un mese sarebbe uscito il fidanzato della sua figlia. Fiore ha ipotizzato che si riferisse al fidanzato di sua figlia Martina, attualmente in carcere per omicidio e appartenente a un clan camorristico del rione Traiano.

Le indagini dei carabinieri sono ancora in corso, ma la storia di Fiore è un esempio di coraggio e determinazione nel denunciare le minacce e la violenza della criminalità organizzata. Denunciare è un passo importante per iniziare a vivere una vita libera da costrizioni e paura. Speriamo che la giustizia faccia il suo corso e che Fiore possa finalmente tornare a vivere serenamente, senza minacce e senza dover temere per la propria vita e quella dei suoi cari.

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