A Napoli: 6 vittime, una denuncia. Gup “agiva con disinvoltura
Napoli. Nel maggio scorso, il giudice di Napoli Giovanna Ciervo ha condannato Giovanni Migliaccio, noto come Vanni, un tecnico di laboratorio del dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli, a sette anni di reclusione. Secondo il giudice, Migliaccio abusava delle studentesse agendo “con disinvoltura, come se nulla fosse”. L’uomo, che ha ora 65 anni, è stato arrestato il 18 novembre 2022 dai carabinieri del Nucleo investigativo dopo indagini condotte dal sostituto procuratore Luigi Santulli della IV sezione della Procura di Napoli, diretta dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone.
Per Migliaccio è stata anche disposta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Le indagini sono state avviate dopo la denuncia presentata da una delle vittime. Successivamente, i carabinieri hanno individuato altre vittime attraverso i post pubblicati su Instagram, con cui si invitavano eventuali vittime a rivelare gli abusi subiti, anche solo via mail, a un gruppo ristretto di professoresse.
Dalle indagini condotte dai militari è emerso che si tratta di un fenomeno diffuso e purtroppo strutturale in determinati contesti socio-culturali, dove le vittime spesso cedono a impulsi di carattere morale che le dissuadono dal portare avanti intenti punitivi. Questo avviene per evitare di rivivere in sede giudiziaria quanto subito o di cui provano vergogna, spesso accompagnati da sensi di colpa. Le vittime temono inoltre ritorsioni da parte del soggetto che, come nel caso in questione, ha una supremazia sulla vittima per ragioni professionali.
Questo caso evidenzia ancora una volta la necessità di affrontare seriamente il problema degli abusi e delle molestie sessuali, garantendo alle vittime un ambiente sicuro in cui possono denunciare senza paura di ritorsioni. È fondamentale che le istituzioni e le università adottino politiche chiare e rigorose per prevenire e contrastare tali comportamenti, proteggendo la dignità e l’incolumità degli studenti. Solo così si potrà creare una cultura del rispetto e dell’uguaglianza, in cui ogni individuo possa studiare e lavorare senza subire violenze.